Maresciallo dei carabinieri ucciso a Marsala: la dinamica dell’agguato

1 Giu 2016 19:31 - di Redazione

Era impegnato, insieme a un collega, in un’operazione antidroga e in indagini per furti, Silvio Mirarchi, il carabiniere ferito martedì a colpi di pistola nelle campagne di Marsala e morto all’ospedale a Palermo. Sconosciuti hanno sparato contro i due militari, che stavano facendo un appostamento tra contrada Ciavolo e Ventrischi: Mirarchi è stato colpito a un rene e portato prima all’ospedale di Marsala, poi, nel capoluogo, dove è stato operato.

Il maresciallo dei carabinieri è stato colpito da una fucilata

Il maresciallo Mirarchi, 53 anni, originario di Catanzaro, vicecomandante della stazione dei carabinieri di contrada Ciavola a Marsala, potrebbe essere stato scambiato per qualcuno che voleva rubare piante di marijuana. Impegnati in controlli antidroga e su furti di prodotti ortofrutticoli, il maresciallo e il commilitone si sarebbero mossi in una zona dove vi sono serre e piantagioni di canapa indiana. Una di queste sarebbe stata vigilata da un paio di persone, che avendo notato i due in borghese hanno esploso contro di loro diversi colpi di arma da fuoco. Solo un colpo, però, ha raggiunto il maresciallo Mirarchi, perforandogli un rene.

I carabinieri indagano sui guardiani di un campo di canapa

Nella punta Ovest della Sicilia tra Marsala e Mazara del Vallo, dove lavorava il carabiniere ucciso, da anni vengono scoperte decine di piantagioni di marijuana, in serra o in campi liberi nascosti da canneti o altre essenze vegetali. Un paio di settimane fa due romeni erano stati presi a fucilate in un’altra zona di campagna tra Marsala e Mazara del Vallo dai custodi di una piantagione di canapa indiana. Uno di loro, ferito, era riuscito a fuggire. Dell’altro, invece, si sono perse le tracce. Qualche giorno dopo un cadavere carbonizzato è stato rinvenuto a circa un chilometro di distanza. L’episodio ha fatto scoprire la piantagione e ha portato all’arresto di quattro persone (delle quali non sono state ancora fornite le generalità) accusate, per ora, solo di coltivazione di canapa indiana.

«L’Arma dei Carabinieri paga un prezzo drammatico»

“Esprimo profondo cordoglio alla famiglia del maresciallo capo dei Carabinieri Silvio Mirarchi, morto a seguito di un agguato mentre svolgeva il suo Dovere di servitore dello Stato. All’Arma dei Carabinieri vicinanza e solidarietà, oltre che gratitudine per il lavoro quotidiano al servizio della Nazione. Mi auguro che si faccia quanto prima chiarezza sull’accaduto e che i responsabili del vile gesto siano assicurati alla giustizia”. È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, responsabile nazionale del Dipartimento Giustizia del partito. “Ancora una volta l’Arma dei Carabinieri paga un prezzo drammatico per il suo impegno a tutela della legalità”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI) che si stringe “ai familiari di Silvio Mirarchi, ucciso a Marsala durante un’operazione antidroga, e a tutta l’Arma”. “La festa delle Repubblica si celebra nella triste consapevolezza che ogni ora in tutta Italia c’è chi rischia e può perdere la vita a difesa della comunità nazionale” aggiunge Gasparri.

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