Indagine Ue su 44 milioni di euro al porto di Napoli: sono aiuti di Stato
La Commissione Ue ha aperto un’indagine approfondita per verificare se i finanziamenti diretti di 44 milioni di euro all’Autorità del porto di Napoli sono in linea con le regole sugli aiuti di Stato. I fondi sono stati usati per rinnovare i bacini di carenaggio affittati dal porto a Camed, la Cantieri del Mediterraneo SpA, una società di costruzione e riparazione di navi, sulla base di una concessione trentennale.
La Commissione Ue ritiene che oltre all’Autorità portuale, anche Camed può aver beneficiato di tali fondi attraverso l’accordo di concessione. E, in assenza di un appalto per l’uso dei bacini, la Camed può usare le strutture rinnovate per fornire servizi di riparazione ad un prezzo potenzialmente sotto mercato. Questo può aver dato, secondo la Commissione Ue, ad entrambe le compagnie un vantaggio economico sui concorrenti e l’apertura dell’indagine dà agli interessati modo per rispondere ai rilievi di Bruxelles.
Quella dei bacini di carenaggio del porto di Napoli è una vecchia quanto rognosissima grana che ha provocato, nel corso degli anni, liti a non finire e un intervento dell’Autority del Garante del mercato che, nel 2009, ha condannato la Cantieri del Mediterraneo per abuso di posizione dominante dal 2007 al 2009 comminandole una multa da 285.000 euro.
Fra i rilievi il fatto che la Cantieri del Mediterraneo SpA gestiva gli accessi degli altri operatori ai 3 bacini in muratura del porto di Napoli proprio grazie a quella concessione trentennale e finiva per impedire, di fatto, ai concorrenti tanto l’utilizzo del bacino numero 3, il più grande del porto di Napoli con i suoi quasi 350 metri di lunghezza, quanto delle banchine adiacenti. Una serie di ostacoli che avevano provocato pesanti reazioni da parte della concorrenza che non riusciva a pianificare i lavori da fare