Gasparri racconta perché a Roma il centrodestra si è diviso

12 Giu 2016 8:27 - di Redazione
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Giorgia Meloni al Campidoglio, Guido Bertolaso City manager. Per un momento il centrodestra a Roma aveva trovato la quadra. Poi tutto saltò, dopo una riunione che vide tra i partecipanti Silvio Berlusconi, i suoi più stretti collaboratori e Antonio Tajani. A svelario è il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Che oltre a distribuire la responsabilità a tutti i protagonisti della vicenda, spiega anche perché, pur non condividendolo nella fase finale, non ha contestato il sostegno a Marchini: «Avevamo dato una delega a Berlusconi. Non si può chiedere a qualcuno di decidere e poi contestare la sua scelta», spiega a “Il Tempo“.

L’idea iniziale di Berlusconi: Marchini al Comune, Meloni alla Regione

Senatore Gasparri, partiamo dal principio. «Il principio è ü compleanno di Nunzia De Girolamo, autunno 2015. In quell’occasione, senza che se ne fosse discusso nell’alleanza di centrodestra, Berlusconi espose la formazione che aveva in mente: Marchini candidato sindaco, Meloni candidata alla Regione. I giornalisti presenti ascoltarono e scrissero tutto». Cosi il piano saltò. «La Meloni disse che le decisioni andavano prese insieme. Nel merito, a mio avviso, l’ipotesi era ragionevole. Marchini appariva già allora un candidato potenzialmente vincente in un ballottaggio contro il M5S, grazie alla sua trasversalità. Ma l’ipotesi cadde e si cominciò a parlare di Giorgia». Ma c’era la gravidanza. «Esatto. Così lei e Ignazio La Russa proposero Rita Dalla Chiesa. Una candidatura destinata a consumarsi nel giro di 12 ore. E a capirlo furono anche quelli di Fratelli d’Italia».

Ci fu l’accordo dei tre leader su Bertolaso, poi saltò tutto

E cosi si arriva a Bertolaso. «Una lunga vicenda. Primale gazebarie della Lega che premiano Marchini. Poi l’intesa dei tre leader su Bertolaso. La Meloni, anche dopo la contestata frase sui rom, fa campagna elettorale con Guido nei mercatini. La consultazione popolare viene anticipata di una settimana su richiesta di Giorgia che temeva che la Lega si sfilasse. I gazebo vengono comprati da Adriano Palozzi perché il partito non aveva un euro. Tante persone partecipano, Fabio Rampelli mostra alle telecamere la scheda col nome di Bertolaso. E la sera, mentre comunichiamo i risultati favorevoli a Guido, la Meloni annuncia la sua candidatura».

Gasparri: “Accadde tutto e il contrario di tutto in un giorno”

«In Forza Italia si apre un’ulteriore discussione. Berlusconi inizialmente insiste su Bertolaso. Poi, un sabato, mentre è a pranzo con Tajani e altri stretti collaboratori, telefona a Matteoli. Ad Altero chiede di contattare la Meloni per prospettarle il sostegno di Forza Italia a patto di un coinvolgimento di Bertolaso come City Manager. Matteoli parla con La Russa, quest’ultimo accetta». Ma non è andata così. «Nel tardo pomeriggio di quel giorno l’orientamento di Berlusconi muta. Credo che il Presidente abbia riparlato con i presenti e si sia confrontato anche con Bertolaso. Così in serata viene ribadita la candidatura di Guido. Tutto e il contrario di tutto in un giorno».

In politica si dice: avere carattere spesso vuoi dire avere un brutto carattere

«Tramonta l’ipotesi Bertolaso e veniamo invitati a un pranzo a Palazzo Grazioli con i vari big per decidere tra Meloni e Marchini. Ma, prima ancora che ci si sieda a tavola, a tutti arriva una telefonata che comunica la scelta di appoggiare Marchini». Resta la domanda: perché Berlusconi cambiò idea quel giorno? «Va ricordato che proprio in quella fase delicatissima, Salvini se ne uscì con una serie di dichiarazioni molto dure contro Berlusconi e le sue televisioni. La stessa Giorgia non si è fatta molto amare. In politica si dice: avere carattere spesso vuoi dire avere un brutto carattere. Invece, Berlusconi docet, talvolta si deve essere capaci di fare un passo indietro per il bene della coalizione».

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