Firenze insorge (sui social): “No al McDonald’s in Piazza Duomo”
Ci risiamo. Firenze come Roma, piazza del Duomo come piazza di Spagna. Trent’anni dopo la mezza rivoluzione popolare contro il primo ristorante McDonald’s accanto ai palazzi di Bernini e Borromini, un altro capitolo dell’italica saga delle battaglie contro gli hamburger del colosso Usa si riapre all’ombra della Cupola del Brunelleschi, nel cuore del centro rinascimentale che Palazzo Vecchio ha appena provato a blindare col regolamento Unesco che impone il 50 per cento di cibi toscani, si legge su “la Repubblica“.
McDonald’s sforna un format tutto fiorentino con prodotti locali
Proprio nel tentativo di rispettare le nuove regole, McDonald’s sforna un format tutto fiorentino con prodotti locali e servizio ai tavoli e presenta domanda per aprire al Duomo, nei locali oggi di un negozio di sport in crisi. E un dardo infuocato che riaccende d’un colpo l’eterna contesa fiorentina tra guelfi e ghibellini: chi ritiene che sia troppo tardi per salvare il centro ormai invaso da bancarelle e kebab e chi si oppone: «Diciamo no, mettiamo finalmente un argine alla banalizzazione del commercio», invoca su Facebook un gruppo anti-hamburger che raduna 16 mila iscritti ma in piazza non porta più di 30 persone. E mentre come in un déjà vu degli anni 90 i residenti si dividono, il sindaco Nardella dice no: «Né ora né mai». E così rischia di scoppiare pure un’inattesa guerra legale. «Nulla di ideologico, ma siamo contrari all’apertura di un McDonald’s al Duomo e in altre piazze storiche di pregio, riteniamo che il nostro contesto artistico vada salvaguardato: entro l’estate dalla nostra parte avremo la legge Franceschini», dice Nardella, sostenendo di aver «ascoltato la città».
C’è qualcosa di politico sotto», taglia corto l’ad di McDonald’s Italia
Ma il colosso Usa non ci sta: «Per mesi abbiamo trattato con sindaco e assessori, abbiamo avuto pure i complimenti. Perché ora questi schiaffi? C’è qualcosa di politico sotto», taglia corto l’amministratore delegato di McDonald’s Italia Roberto Masi. «Ma noi faremo di tutto per avere il nostro miglior ristorante del mondo in piazza del Duomo. A costo di andare per vie legali se non trovassimo un accordo». Lo scenario è complesso.