Farage all’Europarlamento: anni fa ridevate di me, ora non ridete più

28 Giu 2016 15:43 - di Adele Sirocchi

“Il Regno Unito non sarà l’ultimo Paese a lasciare l’Ue”. Lo ha detto il leader dell’Ukip, Nigel Farage, Partito per l’indipendenza del Regno Unito, e sostenitore della Brexit, nel suo intervento nell’aula del Parlamento europeo. Farage ha giocato il ruolo del trionfatore. “La situazione e’ divertente”, ha esordito. “Venivo deriso quando 17 anni fa dicevo che avrei portato il Regno Unito fuori dall’Ue. Ora non ridete più. Non ridete più perche’ voi, come progetto politico, siete espressione della negazione”. In particolare, ha continuato, “siete visti come negativi nel progetto, nella politica di poverta’ imposta in Grecia, nelle idee”. Ma, ha sottolineato, “il vero motivo per cui i britannici hanno votato per la Brexit è perché non avete detto la verità: avete imposto l’unione politica, contro cui i cittadini avevano votato nel 2005”, quando i referendum di Francia e Paesi Bassi bocciarono il progetto di costituzione europea.

Un duro attacco a Farage e agli euroscettici è arrivato da parte del capogruppo del Ppe, Manfred Weber, nel suo intervento alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo. “Parlo delle menzogne dell’Ukip” ha detto Weber, aggiungendo: “Venerdì scorso Farage ha detto pubblicamente che non era vera la promessa che aveva fatto sui milioni di sterline del contributo britannico alla Ue che sarebbero andati invece alla sanità pubblica. Si vergogni Farage per aver detto questa menzogna agli elettori”. Weber ha quindi aggiunto: “Anche io ho commesso un errore: ho taciuto, non ho espresso il mio parere. Ma ora il momento della pacificazione è finto, ci dobbiamo battere per il futuro dell’Europa insieme” e aggiunge che “non ci sono liberali, socialisti o popolari: siamo tutti a favore di un’Europa unita, civile e tollerante”.

Farage ha poi votato contro (assieme ai 17 europarlamentari del M5S) la risoluzione del Parlamento europeo sulla Brexit. Il testo – sostenuto da popolari, socialisti, liberali e verdi – è stato approvato a larga maggioranza. Tra i 200 ‘no’ non solo quelli del gruppo dei conservatori Ecr (di cui fanno parte, tra gli altri i ‘tories’ britannici), ma anche dell’Efdd di Grillo e Farage, l’Enf di Marine Le Pen e Matteo Salvini e l’estrema destra dei ‘non iscritti’.

David Cameron ha a sua volta fatto sapere di volere “un processo il più costruttivo possibile, con un risultato il più costruttivo possibile, perché lasciamo la Ue ma non voltiamo le spalle alla Ue, con questi Paesi siamo partner, amici, alleati, vogliamo il rapporto più stretto possibile in termini di commercio, cooperazione e sicurezza”. Parole cui hanno fatto eco quelle di Angela Merkel al Parlamento tedesco: “La Gran Bretagna non può aspettarsi di non avere più obblighi ma mantenere i privilegi” di un legame con l’Ue.

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