Dopo il Brexit, il Frexit: ecco il sogno di Marine Le Pen. Bruxelles trema

25 Giu 2016 8:24 - di Redazione

I manifesti erano pronti. “Et maintenant la France!”, e adesso la Francia. Dopo il Brexit, il Frexit: ecco il sogno di Marine Le Pen che ha fatto preparare le locandine da appendere nella sede del Front National, a Nanterre. La leader dell’estrema destra ha convocato una conferenza stampa per celebrare una sorta di trionfo per interposto paese. «Questo è un momento storico», esordisce Le Pen che per l’occasione ha pure cambiato la foto del suo profilo Twitter mettendo l’Union Jack e postando un messaggio: ¸’ la vittoria della Libertà!”, si legge su “la Repubblica“.

Esulta Marine Le Pen: “Et maintenant la France!”

Dalla Francia all’Olanda, dalla Danimarca all’Italia, il fronte degli euroscettici festeggia l’addio di Londra all’Unione europea. La presidente del Fn è diventata un po’ la capofila del movimento che spera in un effetto domino in tutto il continente, anche se i rapporti tra Le Pen e Nigel Farage non sono stati facili in passato. La leader francese voleva andare oltre Manica per fare campagna in favore del “leave”. Alla fine il viaggio non c’è stato. «Per non essere accusa ta di ingerenza» si è giustificata Le Pen. In realtà, l’Ukip ha fatto capire che la sua presenza non era gradita e una delle responsabili della campagna per l’uscita dall’Ue, Gisela Stuart, ha addirittura chiesto di vietare l’ingresso alla frontiera della leader francese.

Dalla francia alla Polonia, crescono tutti i movimenti euroscettici

Le Pen però adesso sfrutta al massimo la battaglia dei vicini britannici e vuole unire il fronte che cavalca i nazionalismi e punta a smontare pezzo per pezzo l’Europa unita. E’ stata tra le promotrici del nuovo gruppo di europarlamentari Europe of Nations and Freedom che si è riunito il weekend scorso a Vienna, ospitato dal presidente del Fpo, Heinz-Christian Strache, arrivato a un passo dal potere con le elezioni politiche di qualche settimana fa. Il fronte del “leave”, declinato nelle tante lingue del continente, si organizza, prendendo come una bandiera la nuova vittoria simbolica a Londra. E pazienza se il Regno Unito è un caso a parte, perché non appartiene ne all’eurozona né allo spazio Schengen. Il colpo è forte e si sente. Nel Nord, i partiti populisti svedese e danese chiedono referendum in fretta, e mettono in seria difficoltà i rispettivi governi. Il vento di secessione soffia fino a Est, dove l’adesione all’Ue è più recente. Secondo il leader polacco Jaroslaw Kaczynski occorrono subito un nuovo trattato europeo e riforme di fondo, mentre per il premier ungherese Viktor Orbàn «la vittoria del leave mostra che l’Europa deve ascoltare i cittadini».

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