Catania, trafficavano armi destinate a terroristi e scafisti: arrestati

9 Giu 2016 12:39 - di Francesca De Ambra

Avevano acquistato ben 160 pezzi di armi da guerra disattivate sul 0sito slovacco Afg-security corporation, al prezzo di 45mila euro. Poi, una volta arrivate in Italia, le avrebbero rese di nuovo efficienti e in grado di uccidere. Un vero e proprio commercio di morte smontato dalla Procura distrettuale di Catania che ha messo le manette ai polsi di Carmelo Piacente, 51 anni, esponente della cosca dei “Ceusi” (gelsi), legata a Cosa nostra, e della sua convivente Simona Puccia, di 41 anni. All’uomo il provvedimento è stato notificato in carcere mentre la donna è stata arrestata dai carabinieri. Per entrambi il reato contestato è quello di traffico internazionale di armi. Durante le indagini dei militari dell’Arma sono stati sequestrate tre mitragliette e quattro pistole.

In manette due conviventi: l’uomo è legato a Cosa Nostra

Le indagini sono nate a seguito di un sequestro di armi effettuato esattamente un anno fa, giugno 2015, in una ditta di spedizioni di Catania. Durante la perquisizione gli investigatori trovano un pacco con due mitragliette, una pistola e munizioni. Scattano gli accertamenti e i carabinieri scoprono che la spedizione era stata effettuata da Piacente, che infatti, faceva subito perdere le proprie tracce. Il traffico nasceva in Slovacchia. Poi le armi venivano dirottate a Malta da dove venivano verosimilmente spedite in Nord Africa. Ma tracce di Piacente vengono trovate anche il giorno 23 giugno 2015, giorno in cui polizia francese ed Europol, nel corso di un controllo all’aeroporto di Marignane, trovano tre pistole e una mitragliatrice in un pacco spedito proprio da Piacente da Catania a Malta, via Francia.

Le armi acquistate su un sito slovacco

Secondo l’accusa, Piacente e la sua convivente avrebbero approfittato della legislazione slovacca, meno restrittiva in materia di disposizioni sulle armi, per acquistare armi on line.  Pistole e mitragliette, infatti, erano rese “inerti” solo dalla semplice interposizione di un fermo in metallo nella canna. Una volta tolto, le armi tornavano pienamente efficienti. Dalle indagini sarebbero inoltre emersi contatti del Piacente con egiziani attivi sul fronte del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per questo l’accusa ritiene di non potere esclude che le armi potessero essere destinate a organizzazioni paramilitari o terroristiche in Nord Africa.

 

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