Alex Schwazer respinge le accuse di doping: «Stavolta non ho sbagliato»
“Questa volta non ho commesso errori”: Alex Schwazer respinge l’accusa di essersi dopato e -in conferenza stampa a Bolzano– contesta i dati di una sua positività al doping. Del resto, la vicenda un pò strana lo è. Perchè una provetta di Schwazer, negativa a gennaio, diventa improvvisamente positiva a fine maggio. Proprio in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Il dubbio perciò è lecito. Ed il trappolone possibile. “Darò il cento per cento per chiarire”, afferma perciò assai turbato Schwazer, “Non devo scusarmi, non ho fatto alcun errore”, ripete. “Non è come 4 anni fa, questa volta non ho sbagliato, non devo scusarmi con il mio allenatore e con chi mi è vicino”. “Come quattro anni fa sono ancora qua per metterci ancora la faccia, per rispetto di chi mi è vicino. Oggi però non ci sono scuse per errori fatti”, spiega il marciatore. “Sono stato informato ieri di questa positività, per me è un incubo, è la peggior cosa che poteva succedere. Però posso giurare che qui andremo a fondo: ho investito troppo in questo ritorno e sto dando troppo, così come chi mi aiuta e mi sta vicino”, aggiunge il campione olimpico di Pechino nella 50 km. “Ci sono già state delle ostilità per non farmi gareggiare e vincere a Roma, credo ancora nella possibilità di andare a Rio. I tempi sono stretti e darò il cento per cento per chiarire”. L’avvocato di Schwazer Gerhard Brandstaetter non ha dubbi:”E’ una vicenda brutta e sporca, sicuramente faremo denuncia penale contro ignoti”, “è successo quello che Alex ha sempre temuto, ci difenderemo”. “Si tratta di accuse false e mostruose”, aveva già commentato il legale. Il marciatore è stato nuovamente testato positivo durante un controllo antidoping. “Non possiamo accettare tutto questo – ha sottolineato il legale – è ingiusto. Alex Schwazer in questa vicenda non ha alcuna responsabilità cercheremo di acclarare la verità. La vicenda è strana: una prova a gennaio negativa e a maggio dopo che ha vinto a Roma risulta positiva con sostanze anaboliche che nulla hanno a che fare con sport di resistenza”. E se le cose stanno così come spiega l’avvocato del marciatore italiano, il dubbio permane.