Vendeva droga a domicilio in orario di lavoro: sequestrati beni per 500.000 €

17 Mag 2016 14:16 - di Martino Della Costa

Non solo è stato condannato per aver venduto e consegnato droga a domicilio ai suoi acquirenti, ma adesso dovrà anche rispondere di interruzione di pubblico servizio, falso e truffa aggravata, ai danni dell’ente ospedaliero presso il quale era dipendente. Già, perché un trentottenne pugliese, arrestato nel 2015 per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti che vendeva, portava avanti questa sua “seconda attività” in contemporanea con quello che avrebbe dovuto essere il suo primo impiego presso un nosocomio pugliese.

Vendeva droga a domicilio in orario di lavoro

Doppio “lavoro”, doppio capo d’imputazione dunque: e così, i militari del comando provinciale della Guardia di finanza hanno eseguito a Bari un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, finalizzato al sequestro di beni mobili e immobili nei confronti di un dipendente del policlinico di Bari, tratto in arresto nel 2015 nell’ambito dell’operazione “Take away” per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti che vendeva, consegnando a domicilio i vari quantitativi di droga, anche durante i turni di lavoro. E infatti, proprio per la contemporaneità delle due “attività” svolte dall’imputato, ora l’uomo dovrà anche rispondere di interruzione di pubblico servizio, falso e truffa aggravata, ai danni dell’ente ospedaliero. Dall’incrocio dei dati acquisiti nel corso delle indagini, i finanzieri hanno annotato infatti che su circa 100 giornate lavorative, per 90 volte, il pusher si è allontanato dal proprio posto di lavoro, determinando un danno all’ente pubblico, per il disservizio ed economico, pari a circa 4.000 euro per emolumenti corrisposti e per ore di straordinario non dovute; quantificate in circa 221 ore di assenza.

Le indagini

Le indagini, partite dagli accertamenti sulla cessione di droga che – hanno appurato nel corso del tempo gli inquirenti – era continuativa e compiuta anche a domicilio, hanno accreditato dunque anche il dato secondo cui il dipendente del Policlinico spacciava durante le ore di lavoro. L’uomo era addetto alla postazione di sorveglianza del reparto di Otorinolaringoiatria universitaria che abbandonava in modo sistematico, come evidenziato dal rilevatore elettronico marcatempo, con riferimento al calcolo degli orari di entrata e uscita, eluso costantemente. E allora, nei confronti dell’uomo l’attività conclusa oggi ha previsto il sequestro delle sue disponibilità bancarie, di beni mobili e immobili, per circa 500.000 euro; per gli inquirenti frutto di guadagni illeciti accumulati nel tempo. Un sequestro che scaturisce da indagini svolte nel 2014 e 2015, dagli uomini del Nucleo polizia tributaria di Bari, in relazione al monitoraggio e alla ricostruzione (con telecamere nascoste e intercettazioni audio-video) di numerose cessioni di cocaina a clienti; assuntori abituali e non. Tutti clienti del pusher – a tempo quasi pieno – dipendente ospedaliero (nei ritagli di tempo)…

 

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