Nel supergiovedì inglese un pakistano potrebbe diventare sindaco di Londra
Sono aperte dalle 7 di giovedì le urne nel Regno Unito per le elezioni del Parlamento scozzese, dell’Assemblea nazionale del Galles, dell’Assemblea dell’Irlanda del Nord e di numerosi sindaci, incluso quello di Londra. Nella capitale gli elettori sono chiamati a scegliere il successore del conservatore Boris Johnson, che governa la metropoli dal 2008. Il favorito, secondo i sondaggi, è il laburista Sadiq Khan, pakistano, che affronterà il candidato tory Zac Goldsmith. Ma il voto amministrativo é destinato a ridisegnare la mappa del potere negli enti locali, e dei rapporti di forza tra partiti tradizionali e formazioni locali, lungo l’intero Regno. Per il premier David Cameron e il suo Partito Conservatore, profondamente diviso nella battaglia Ue sì-Ue no, si tratta di una sorta di prova generale del referendum del 23 giugno. Ma anche per l’opposizione laburista del paladino radicale della lotta all’austerità Jeremy Corbyn, alla sua prima sfida con le urne dopo l’ascesa a sorpresa di settembre alla leadership del partito che fu dell’ormai impopolare Tony Blair, le incognite sono molte. Le urne si chiuderanno alle 22 locali. Voto mattutino nel suo seggio di Streatham, a sud del Tamigi, nella zona storicamente meno pregiata di Londra, per Sadiq Khan. Khan, figlio d’immigrati pakistani che sarebbe il primo sindaco musulmano nella storia di Londra, era accompagnato dalla moglie Saadiya in una bella mattinata di sole e ha sfoderato un sorriso ottimista ai fotografi, accennando un segno di vittoria. Nelle stesse ore, nell’esclusivo sobborgo residenziale di Barnes, a nord della capitale, ha votato un altrettanto sorridente Goldsmith, rampollo di una ricca dinastia londinese, per poi allontanarsi dal seggio di Kitson Hall con la consorte, la giovane ereditiera Alice. Di buon ora alle urne anche tutti i leader del Paese. Il primo è stato Jeremy Corbyn, numero uno laburista, seguito dal premier Tory, David Cameron, giunto con la moglie Samantha in un seggio di Westminster, e quindi dal sindaco ormai uscente Johnson.
Il pakistano Khan sfida il conservatore Goldsmith
Le elezioni amministrative nel Regno Unito sono il test elettorale più importante prima delle prossime politiche nel 2020. E questo emerge anche dalla mappa del voto, che vede coinvolti 16 milioni di elettori nella sola Inghilterra e attraversa tutto il Paese da Londra fino a Edimburgo e a Belfast. Nuovi sindaci verranno eletti nella capitale, a Bristol, Liverpool e Salford, e a livello regionale saranno rinnovati appunto il Parlamento Scozzese, l’Assemblea nazionale del Galles e dell’Irlanda del Nord, mentre in Inghilterra saranno scelti più di 2700 rappresentanti di 124 municipi e amministrazioni locali. In quello che la stampa britannica ha definito come il super giovedì, prendendo a prestito il termine usato nelle presidenziali Usa, si tengono anche le elezioni suppletive per due seggi della Camera dei Comuni, quello di Ogmore in Galles e Sheffield Brightside, nell’Inghilterra centrale. Entrambi sono difesi dal Labour, che cercherà qui e altrove di ampliare i suoi consensi dopo la sconfitta elettorale nelle politiche del maggio 2015. Ma si vota anche per i vertici di 40 forze di polizia in Inghilterra e Galles. In Scozia viene rinnovato il Parlamento di Edimburgo, che conta 129 seggi, e ci si aspetta un exploit dello Scottish National Party (Snp), i nazionalisti scozzesi della first minister Nicola Sturgeon, mentre nell’Assemblea del Galles, 60 seggi, il Labour cercherà di mantenere la maggioranza. Le elezioni si possono definire come a macchia di leopardo perché coinvolgono solo alcune amministrazioni del Paese ma il risultato complessivo permetterà di capire gli umori dell’elettorato britannico dopo un anno di governo conservatore e anche in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno.