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“Morte” di un matematico italiano: il governo sta eliminando anche loro…

“Morte” di un matematico italiano: il governo sta eliminando anche loro…

Home livello 2 - di Redazione - 11 Maggio 2016 alle 19:05

Nessuno spazio alla matematica e un continuo calo di investimenti, che mettono a rischio il lavoro di università, gruppi di ricerca e laboratori matematici: i presidenti di sei tra le maggiori società matematiche italiane scendono in campo con una lettera al ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Stefania Giannini, per indicare i difetti del Programma Nazionale della Ricerca (Pnr). Nel documento si riconoscono alcuni elementi positivi del Pnr, a partire dalla sua stessa approvazione, l’attenzione al Sud, l’intento di dare spazio ai giovani, e l’aumento dei fondi inizialmente ventilati, anche se inferiori al passato e insufficienti a portare l’Italia al livello europeo. «’Accanto ai dati positivi – scrivono – siamo molto perplessi di fronte ad alcuni aspetti di questo Pnr. L’Italia dovrebbe risultare attrattiva non solo per chi sta all’estero, ma anche per chi ci lavora già e continua, tra tante difficoltà, a dare al Paese il suo contributo». Purtroppo negli ultimi anni, lamentano i matematici, ”assistiamo ad una diminuzione di investimenti e di posti di lavoro che ha reso la nostra situazione sempre più difficile, al punto da temere che le nostre università, gruppi di ricerca e laboratori non potranno a lungo continuare a produrre ricerche di grande livello assoluto e laureati competitivi a livello internazionale. «Per rendere attrattivo il nostro sistema e aumentarne l’efficienza c’è una sola strada, secondo le società matematiche, e cioè incremento sostanziale dei fondi, continuità, regolarità e trasparenza nella loro erogazione, incremento dei posti di lavoro nel sistema università-ricerca». Nella lettera viene poi constatato come nel Pnr vi sia ”un pesante sbilanciamento a favore di discipline che dovrebbero assicurare applicazioni e sviluppi a breve termine”, mentre ”alla matematica sembra non dare spazio. Un punto di vista sbagliato – concludono – vista l’alta occupazione e produttività di chi si occupa di matematica. Siamo aperti ad un confronto su questi temi”.

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11 Maggio 2016 alle 19:05