L’aula di Palazzo Madama rende omaggio a Learco Saporito

4 Mag 2016 11:28 - di Redazione

L’aula del Senato questa mattina in apertura dei lavori ha osservato un minuto di silenzio in ricordo del senatore Learco Saporito scomparso il 30 aprile scorso. Il presidente di turno Maurizio Gasparri ha ricordato che Learco Saporito proveniva dalla Dc, ed è stato tra i promotori della nascita di Alleanza nazionale.

Questo il testo integrale del discorso del vicepresidente del Senato:

«Onorevoli colleghi, Learco Saporito, già senatore, Sottosegretario di Stato e professore universitario, è scomparso a Roma il 30 aprile scorso a 79 anni.

Nato a Scafati, in provincia di Salerno, il 17 ottobre 1936, si sentì sempre profondamente legato alle istituzioni e in particolare al Senato. La sua carriera parlamentare quasi trentennale, infatti, inizia e termina in questa Camera.

In Senato entrò come subentrante agli inizi dell’VIII legislatura, iscritto al Gruppo parlamentare Democratico Cristiano. Nella IX legislatura fu rieletto senatore nelle fila della DC per il collegio Foligno-Spoleto.

Pur non essendo umbro d’origine, riuscì a creare con l’Umbria e il suo elettorato un legame molto forte nel corso degli anni. Anche questa circostanza era la misura di come Saporito intendesse l’attività politica: non un fatto autoreferenziale, bensì un servizio responsabile nei confronti della società e soprattutto dei ceti più deboli, come ebbe a dire in un dibattito in Senato. Il legame stretto che fu in grado di creare con la terra e le popolazioni umbre gli valse la rielezione al Senato, sempre nella stessa circoscrizione, sia nella X che nella XI legislatura.

Durante la X legislatura gli fu affidato il primo incarico di Governo quale Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel primo Governo Goria e poi nel Governo De Mita fino al 1989. Fu quindi nominato nello stesso Esecutivo sottosegretario per l’università e la ricerca scientifica, incarico che gli venne rinnovato nei Governi Andreotti sesto e settimo.

Già componente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e della Commissione affari costituzionali nella XI legislatura, assunse altresì la carica di Vice Presidente del Gruppo della DC e fu nominato membro della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali.

Pur non rieletto nelle due successive legislature, non smise mai di occuparsi di politica e della cittadinanza, anche nella sua veste di Presidente dell’Associazione nazionale delle famiglie degli emigrati dal 1981 al 2010.

Negli anni Novanta si dedicò con maggior vigore all’associazionismo e all’attività politica locale, essendo anche assessore alla Provincia di Roma, e in quegli anni contribuì e credette fortemente alla fondazione del partito di Alleanza nazionale, nelle cui fila fu rieletto senatore, nella XIV e XV legislatura. Politico di esperienza e di indiscussa competenza, fu Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la funzione pubblica, sia nel secondo che nel terzo Governo Berlusconi e seguì in quella veste numerosi provvedimenti, soprattutto per la semplificazione legislativa e amministrativa. Egli fu, insomma, uno dei primi e più convinti sostenitori delle politiche di semplificazione. Per lui il riassetto normativo e la riduzione degli oneri amministrativi costituivano una base necessaria per la competitività del Paese. Il suo impegno in qualità di Sottosegretario è stato apprezzato da tutte le forze politiche, anche di opposizione.

Il suo tratto umano si caratterizzava nell’attività istituzionale, come nel privato, per lealtà e disponibilità al dialogo. Egli aveva a cuore la concretezza e poneva al centro del suo impegno politico la risoluzione dei problemi. Quando nella XV legislatura il suo partito passò in minoranza, la sua non fu mai un’opposizione preconcetta e di scontro, ma fu sempre attenta al merito, così come si impegnò sui temi della riforma costituzionale e sui temi della pubblica amministrazione. Concluse la sua carriera nelle istituzioni con la nomina, nell’aprile del 2009, a componente laico del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e continuò la sua carriera accademica. Saporito, infatti, prima ancora che un politico, è stato e continuò ad essere un professore universitario. Eppure, come accademico, ebbe sempre uno spiccato interesse per lo studio dell’organizzazione dello Stato: pioniere del diritto regionale, ricordiamo sue monografie sul tema fin dagli anni Settanta. L’ultima monografia, la cui seconda edizione è stata edita nel 2012, ha un titolo evocativo: “Regionalismo, federalismo e interesse nazionale”. In questo scritto Saporito, che aveva vissuto il processo di riforma dello Stato in senso federale, affronta con grande lucidità l’evoluzione dei rapporti tra il potere centrale e le istituzioni locali, evidenziando il problema e il parametro dell’ interesse nazionale. Questo testo è forse una sintesi della sua vita, in cui studio e passione politica hanno sempre camminato insieme.

Egli fu un politico attento all’ascolto, in particolare del mondo della pubblica amministrazione, che in lui ha avuto sempre un costante punto di riferimento. L’umiltà nell’ approccio era pari alla competenza e alla capacità di risposta. Fu un politico nel senso più nobile del termine e diede un prezioso contributo, in una fase delicata e di passaggio da un’ epoca all’altra del sistemo democratico. Il Senato gli rende omaggio ed esprime il suo cordoglio alla famiglia. Invito l’Assemblea ad osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento».

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