Gentiloni ammette: sulla questione immigrati non si possono escludere emergenze

18 Mag 2016 13:24 - di Paolo Lami

E alla fine Gentiloni ammette: sulla questione immigrati non si possono escludere emergenze. L’ex-portaborse di Rutelli catapultato sulla poltrona di ministro degli Esteri da Renzi, intervenendo, alla Farnesina, alla conferenza Italia-Africa, organizzata in collaborazione con l’Ispi, dice: «per ora non ci sono emergenze e abbiamo spazio per mettere in campo una strategia prima che si verifichino situazioni di emergenza che nessuno può escludere». All’Europa, aggiunge Gentiloni, chiediamo «un impegno strategico» per un «patto con l’Africa per evitare che la rotta del Mediterraneo centrale abbia impennate nei prossimi mesi».
Attraverso il migration compact, sostiene il ministro degli Esteri, «abbiamo messo la collaborazione tra Ue e Africa in cima all’agenda europea. Per questo chiederemo che al prossimo consiglio europeo di giugno esca un piano operativo per l’Africa e ad ampio raggio per progetti pilota, da far partire in tempi brevi».
Sul “piano operativo” che dovrebbe uscire dal Consiglio europeo di giugno «siamo ottimisti – dice Gentiloni – perché c’è un consenso molto ampio» sul Migration Compact, ha ribadito Gentiloni, spiegando che si tratta di arrivare al Consiglio con un «pacchetto di decisioni». In sostanza, ha ricordato il titolare della Farnesina, l’Europa si è impegnata intensamente sulla «rotta balcanica» e ora «si tratta di destinare risorse a progetti mirati e destinati a 7/8 Paesi particolarmente colpiti dai flussi migratori».
Contesta l’impostazione di Gentiloni, Maurizio Gasparri: «Non sono d’accordo – replica al ministro degli Esteri il senatore di Forza Italia – sul fatto che la nostra priorità debba essere creare un ponte a uso e consumo dei trafficanti di persone tra Italia e Africa. Le politiche delle porte aperte hanno causato solo disastri: morti nel Mediterraneo, scafisti che hanno visto incrementare i loro guadagni, invasione di clandestini, aumento dell’illegalità nelle nostre città».
«Abbiamo anni di lassismo alle spalle – ricorda Gasparri – che non ha risolto il problema all’origine e ha solo fatto del nostro un paese colabrodo. È tempo di invertire la rotta. Gli altri Stati europei lo stanno facendo. Francia e Austria ci guardano con sospetto e giustamente hanno aumentato i controlli e stanno respingendo i clandestini. Possiamo andare avanti così? Più importiamo immigrati, più gli altri Stati fanno barriera e non li vogliono. Chiusa la rotta balcanica, quella mediterranea è l’unica praticabile e noi saremo invasi. Frontex prima, Europol e Interpol ieri lo hanno detto chiaramente. L’Italia sta esplodendo. È finito il tempo delle chiacchiere. Le vite umane si salvano contrastando gli scafisti e impedendo le partenze. Questo va fatto. Il resto è retorica».

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