Fincantieri, tutto come previsto: Giampiero Massolo nuovo presidente

19 Mag 2016 18:52 - di Redazione

Tutto secondo copione all’Assemblea Fincantieri: Giampiero Massolo, espressione di Cdp (attraverso l’azionista diretto Fintecna che detiene il 71,64%) è il nuovo presidente del gruppo, in sostituzione di Vincenzo Petrone, il Bilancio di esercizio 2015 è stato approvato; i nuovi componenti del Consiglio di amministrazione approvato, così come alcune modifiche dello Statuto. Massolo approda a Fincantieri dopo aver guidato per due anni il coordimnamento dei nostri Servizi. La sorpresa (si era diffusa soltanto qualche indiscrezione) è stata la presenza di Fincantieri nella gara annunciata dall’amministratore delegato, Giuseppe Bono (che il Cda dovrebbe prossimamente confermare al suo posto): la short list in Australia per la costruzione in loco di nove fregate militari. Non è un programma qualunque: Bono, rispondendo alle domande degli azionisti, parla di un programma “che vale 25 miliardi”. Nel ‘backstage’, trattenendosi con i giornalisti al termine dell’assemblea, manifesta la proverbiale sua determinazione: “Se ci sono io la vinciamo al 100%, a costo di incatenarmi”, scherza, o di avviare una mobilitazione internazionale. Fincantieri dovrà vedersela con l’inglese Bae Systems e la spagnola Navantia. Il bilancio approvato nel marzo scorso dal Cda con una perdita di 175 milioni euro, di cui 37 milioni di perdita riconducibili al Gruppo Vard, non scoraggia nessuno. Bono, anzi, parla di aver archiviato, insieme con quel bilancio, “la più grande crisi” della cantieristica mondiale, mentre si schiude un futuro con “consegne di navi che portano fino al 2025-2026 e anche oltre e che ci dà dieci anni di visibilità”. Grazie soprattutto a “solide prospettive del settore militare”, riferendosi ai contratti della Legge Navale. E difende la acquisizione della Vard, la società norvegese leader nei mezzi di supporto off shore di cui Fincantieri detiene il 55%, definendola un “valore strategico”, anche “per i due cantieri che ha in Romania, tra cui quello di Tulcea, che auspichiamo ci diano accesso a una base produttiva low cost”.

 

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