Alfano le tenta tutte. Ora sogna un nuovo partito: «Siamo noi la speranza»
Un nuovo movimento politico di centro, che riunisca l’ala laica e quella cattolica dei moderati, e che sia autonomo dal Pd. È questo il “disegno” tracciato, nel corso della Direzione di Area Popolare, dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Un disegno che, come tempistica, potrebbe coincidere con la costituzione del comitati del Sì di Ap per il referendum d’ottobre e che, riferisce chi è stato alla riunione, potrebbe abbracciare le diverse formazioni centriste oggi in campo più i socialisti di Riccardo Nencini.
Alfano con un piede di qua e uno di là
Oggi, in Italia e Ue, «ci sono tre grandi motori di consenso: quello della paura, quello della rabbia e quello della speranza», ha spiegato Alfano identificando il primo motore con il M5S, il secondo con la Lega e Fdi e ribadendo come Ap sia invece dalla parte della “speranza”. «Questo è un Paese che ce la può fare, è un Paese che è stato bloccato sulle riforme per 35 anni e oggi finalmente le ha varate», ha sottolineato Alfano al cui intervento sono seguiti quelli degli esponenti – da Fabrizio Cicchitto a Sergio Pizzolante – più filo-governativi e nettamente contrari – anche dopo la svolta pro-Marchini di Silvio Berlusconi – a un ipotetico ritorno con FI. Ora Ap dovrà lavorare sui Comitati per il Sì anche perché – osserva qualcuno – l’accelerazione di Matteo Renzi ha un po’ spiazzato i centristi. Mentre la possibilità di formare un nuovo movimento centrista, sebbene nel corso della Direzione non abbia trovato interventi interventi contrari, in qualcuno suscita qualche perplessità: il rischio – sarebbe l’osservazione emersa – è quello di fare un “partito di cespugli”.