Addio cantautori, Renzi fa l’americano e punta su Patti Smith (VIDEO)
Si è chiusa sulle note di “People have the power” (La gente ha il potere) di Patti Smith, l’intervento con cui Matteo Renzi ha dato l’avvio alla campagna referendaria per la riforma costituzionale da Bergamo. Una riforma, ha spiegato, per passare dal potere di veto dei partiti al “potere di voto”. Addio cantautori tanto cari alla sinistra italiana. Nulla di simile alla “Canzone popolare” di Ivano Fossati dell’Ulivo prodiano o a “Inno” di Gianna Nannini scelto dal Pd di Bersani. Nelle sue campagne elettorali Renzi aveva puntato prima su “Non e’ tempo per noi” di Ligabue, più volte definita dall’ex sindaco di Firenze l’inno della sua generazione. Poi sul rock dei Negrita con “La tua canzone”, che Renzi ha detto di chiamare “Resta ribelle”. Il cantante Pau, dando il suo ok all’uso della canzone, aveva tenuto a precisare di non aver votato per il Pd. Uno smacco non da poco al premier.
Patti Smith soppianta Fossati, Nannini e Jovanotti
La mossa di Renzi rappresenta una cesura col passato dal punto di vista iconografico. È la prima volta che la sinistra molla i cantautori italiani. Neanche l'”amerikano” Walter Veltroni aveva osato tanto. Nel 2008 l’ex sindaco di Roma aveva scelto “Mi fido di te”, il brano di Jovanotti era diventato la colonna sonora della campagna elettorale del Partito democratico. Aveva scelto il rassicurante rock tricolore anche Pierluigi Bersani. Per la campagna congressuale nel Pd si era fermato a Vasco Rossi e al brano Un senso. Per anni, il vero cantautore icona della sinistra è stato Ivano Fossati. La ”Canzone popolare” era stato l’inno dell’Ulivo sin dalla nascita di Prodi, ma era stata messa in soffitta sin dall’Assemblea dell’ottobre del 2007, celebrata a Milano dopo le primarie che videro trionfare Walter Veltroni. Qualche anno dopo, all’Assemblea dei Circoli del Pd erano tornate a risuonare le note di Fossati. Quella volta però, a chiudere l’evento, era stata ‘‘Pane e coraggio’‘, una canzone dedicata ai migranti. Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, fu invece sigla finale dell’ultimo congresso dei Ds, il 21 aprile 2007. Stavolta Renzi ha puntato su un brano degli anni ’80 divenuto negli anni un inno internazionale alla libertà. La mossa pare un dispetto ai cantautori italiani: la quasi totalità nel corso di questi anni gli ha voltato le spalle. E il premier si vendica a modo suo, rottamando anche loro.