Scontro su Davigo. Il Pd attacca, il capo dell’Anm: non mi faccio zittire

22 Apr 2016 19:35 - di Redazione

L’intervista di Piercamillo Davigo, attuale capo dell’Anm ed ex membro del pool Mani pulite, incendia il dibattito sulla giustizia. Quel dito puntato contro i politici “che non hanno smesso di rubare ma hanno smesso di vergognarsi” è stato interpretato come una dichiarazione di guerra al governo Renzi e alla politica tutta, bollata come corrotta e incapace di rigenerarsi. Uno scontro cui il Pd – un tempo paladino del giustizialismo anti-Berlusconi – reagisce con critiche e rilievi che hanno animato la giornata politica.

“Le parole di Davigo fanno paura ai magistrati. Cerca la rissa ma non la troverà. Giudici parlino con sentenze noi rispettiamo il loro lavoro”, ammonisce su twitter David Ermini, responsabile Giustizia della segreteria del Pd. Gli fa eco Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia: “Nell’intervista al Corriere della sera Piercamillo Davigo si è costruito un ring dove tira cazzotti da solo. Il nostro Paese ha bisogno di una magistratura autorevole, come senz’altro sono i nuovi vertici dell’Anm, e di una politica che, nel rispetto dei propri ruoli, faccia le leggi indispensabili per riformare la vecchia macchina dello Stato. Non siamo più a vent’anni fa, è inutile oggi mostrare i muscoli”.

I Cinquestelle fanno invece un tifo sfegatato per Davigo: insorgono, chiosa Alessandro Di Battista, perché hanno la coda di paglia per Mafia Capitale, trivellopoli, Expo e Mose. Interviene in serata anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, osservando che le dichiarazioni di Davigo rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno.

Ma Davigo non sembra avere alcuna intenzione di tacere: “La classe dirigente di questo Paese – scandisce durante una lectio magistralis all’Università di Pisa – quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi”. E poi replica al Pd: “Dire che i magistrati devono parlare solo con le loro sentenze equivale a dire che devono stare zitti”.  “Le avete mai lette le sentenze? – ha ironizzato Davigo parlando del presunto protagonismo dei magistrati – è come quando sui giornali di provincia qualche volta c’è il pescatore che ha pescato un luccio enorme. Io dico: è il pescatore affetto da protagonismo o è il luccio che è enorme?”.

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