Roma, il Pd ha paura di arrivare terzo. E Giachetti si smarca da Renzi
Il centrodestra è diviso e questo mortifica le sue speranze di vittoria. Ma nel Pd non è che se la passino meglio: oggi Repubblica dà conto delle preoccupazioni, anzi del vero e proprio allarme, che si respira nella sede del Nazareno. L’incubo che incombe su Roberto Giachetti ha un nome. ha una sua concretezza : si chiama terzo posto. I sondaggi sono impietosi: la candidata del M5S Virginia Raggi al 29%, Giorgia Meloni seconda al 22%, e Giachetti in discesa al 19,5, seguito da Alfio Marchini con l’8,5%. I rumors che circolano nel Pd romano sono altrettanto impietosi e così vengono registrati dal quotidiano diretto da Calabresi: “Roberto non sta andando bene, è come se girasse a vuoto, si è rinchiuso in un fortino e non parla più con nessuno”. E lui, il candidato del Pd che tutti ormai definiscono renziano, ha cercato di correre ai ripari smarcandosi da quel premier che sul referendum anti-trivelle ha indispettito 15 milioni di elettori. Certo non gli giova quell’atteggiamento di sufficienza condensato nel “ciaone” del deputato Ernesto Carbone. Così Giachetti cerca di ridisegnare il suo profilo di candidato non più renziano: “Renzi l’unica volta che si è espresso sulla mia candidatura fu quando disse che io ero una persona adeguata e capace di governare una città come Roma ed io ne sono orgoglioso. Ma io sono il candidato, io sto facendo la mia campagna elettorale e io andrò avanti con questo. Se ci saranno occasioni in cui il segretario di partito potrà ancora dimostrare apprezzamento per quello che faccio non potrà che farmi piacere, ovviamente, ma ciò non toglie che il compito sta sulle mie spalle e su quelle della coalizione che mi sostiene”. Una presa di distanza morbida ma il messaggio è chiaro: io sono io e Renzi è Renzi. E vedremo se basterà per arrivare al ballottaggio.