Passera lancia il modello Milano: “Sia da stimolo in vista delle Politiche”
«La lista Parisi con Corrado Passera è qualcosa che allarga, e di molto, il centrodestra come lo conosciamo. Per questo ho preso la mia decisione». Un’ora dopo aver annunciato il suo ritiro dalla corsa per Milano, Passera è nella sede del suo comitato elettorale. Ma il leader di Italia unica sembra tutt’altro che uno che ha rinunciato a qualcosa: «E infatti, per me è tutto come prima. Il mio impegno su Milano non si interrompe». Però, il nome di Corrado Passera non sarà tra quelli dei candidati a sindaco. «Sì, ma il progetto resta. Quello per Milano è il più bello di tutti, per farne una delle capitali d’Europa. Ma questa è anche un’occasione preziosa per ridare voce a una componente liberale indispensabile in qualunque Paese», si legge su “Il Corriere della Sera“.
Passera: “Dobbiamo fare di Milano una delle capitali d’Europa”
Come è maturata la sua scelta? «All’inizio della settimana io e il mio gruppo abbiamo fatto il punto sulle previsioni di voto. E abbiamo visto che sono concentrate sui grandi schieramenti. A noi, i sondaggi davano un consenso a due cifre. Buono, ma non sufficiente per fare il sindaco. Avrei potuto scegliere di continuare, ma ho pensato appunto alla possibilità di realizzare con Parisi, che ben la rappresenta, quell’area liberale che ci serve. E cosi, ci siamo riuniti: era nostra responsabilità farlo». Dicono che ci sia stato anche un intervento di Silvio Berlusconi. «Lui mi ha chiamato ieri all’ora di pranzo per congratularsi. Mi ha fatto piacere perché non lo sentivo da parecchio tempo…». Non è mai stato tentato da un sostegno a Sala? «No. E stato l’altro motivo che mi ha spinto a ritirare la candidatura: la mia presenza in gara rischiava di far vincere chi non lo merita». L’attuale amministrazione oppure Giuseppe Sala? «Veda lei: tasse raddoppiate e nonostante questo un bilancio insostenibile, il raddoppio della disoccupazione, in cinque anni nessun progetto strutturale di sviluppo, non un pensiero sul post Expo. È dovuto arrivare Renzi con un progettino del tutto al di sotto delle necessità. Per giunta, la città è agli ultimi posti per sicurezza, e la qualità dell’aria continua a essere pessima. Con tutto questo. Sala continua a parlare di continuità. Lui, poi, sui conti Expo, non poteva comportarsi peggio».
L’allargamento del centrodestra a Milano potrebbe essere un modello per quello nazionale
Eppure, la coalizione in tutta Italia sembra finita. O no? «È una fase in cui gli interessi personali prevalgono sulla visione d’insieme. Si regolano conti, si preferisce contare i propri voti… Per mancanza o inadeguatezza di leadership, prevalgono gli interessi dei singoli partiti. Con la scelta di oggi, mi piacerebbe poter dare l’esempio che la strada è un’altra. E poi, io sarei contrarissimo se il centrodestra diventasse un destracentro». Tra lei e la Lega non c’è mai stata passione. Riuscirete a lavorare insieme? «Io non considero utile il rappresentare l’Europa come causa di tutti i nostri mali o trovare un nemico nei migranti. Inoltre, ho un’insofferenza forte per ogni forma di populismo, inclusa quella di Renzi, che sulle pensioni promette ciò che non può mantenere».