Odevaine sotto sfratto: deve pagare 20mila euro al proprietario di casa

15 Apr 2016 16:00 - di Giorgia Castelli

Luca Odevaine è stato sfrattato. Come si legge su il Messaggero, si è dimenticato di pagare l’affitto nella casa in cui trascorre gli arresti domiciliari; non un paio di mensilità ma la consistente somma di ventimila euro dovuti al padrone dell’attico. Che adesso l’ha sfrattato.

Odevaine sfrattato. Il giudice: deve segnalare un nuovo domicilio

La storia è emersa, al processo Mafia Capitale, quando il presidente della corte, Rosanna Ianniello, dopo aver annunciato che «è pervenuta al tribunale una segnalazione di sfratto da parte del proprietario di casa dove attualmente Odevaine sta scontando i domiciliari», si è preoccupata di mettergli anche fretta: «Entro il 19 aprile l’imputato Odevaine dovrà segnalare un nuovo domicilio». Qualora non ci riuscisse, potrebbe anche tornare in carcere. Martedì prossimo, dunque, l’uomo che si destreggiava tra le anticamere dei ministri e i salotti della sinistra radical chic, dovrà restituire l’attico di via Nazionale in cui aveva scelto di trascorrere gli arresti domiciliari.

Odevaine deve cercare subito i soldi per saldare il debito

Ma è una corsa contro il tempo quella di Odevaine che deve cercare i soldi necessari per saldare il debito con il proprietario dell’attico che lo ospita. Oppure deve trovare una nuova abitazione. Entrambe le soluzioni appaiono difficili da trovare: come ha raccontato il Messaggero, i Ros hanno già sequestrato tutto quello che poteva essere riconducibile alle attività criminali di Mafia Capitale. Ecco allora che potrebbe essere più facile per Odevaine andare a bussare alla porta di una delle associazioni che si sono viste favorire durante gli anni d’oro che hanno fatto dell’accoglienza dei migranti il loro business principale. «La corruzione di Luca Odevaine – ha scritto il magistrato – consiste nell’aver percepito remunerazioni per la propria opera presso il Tavolo Nazionale per i migranti in favore di alcuni soggetti privati, ovvero per avere ricevuto promesse e denaro per orientare i flussi dei migranti».

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