Nel mirino dei terroristi l’ambasciata d’Israele a Roma e il Vaticano

28 Apr 2016 16:32 - di Redazione

Volevano «picchiare» Israele a Roma e colpire il Vaticano «con il volere di Dio», pronti al martirio, esaltatati all’idea di fare strage di cristiani. Tra gli obiettivi dei terroristi arrestati in queste ore in seguito al blitz anti-terrorismo anche l’ambasciata di Israele a Roma e San Pietro. Lo rivelano alcune intercettazioni giudicate di grande interesse investigativo dal gip che ha firmato l’ordinanza.«Voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere) Israele a Roma», diceva, intercettato, lo scorso 6 febbraio, Abderrahim Moutaharrik, uno degli arrestati, parlando con Abderrahmane Khachia, anche lui finito in carcere. Nell’intercettazione, in particolare, si legge nell’ordinanza, Moutaharrik fa riferimento  «a un suo disegno per compiere un attentato all’ambasciata di Israele» chiarendo «di avere contattato un soggetto albanese per procurarsi le armi, non riuscendo nell’intento».

I terroristi volevano colpire in Italia

In altri messaggi audio, inviati tramite Whatsapp, Mohamed Koraichi ( partito dall’ Italia più di un anno fa con la moglie e i tre figli e che si troverebbe ora sul fronte iracheno-siriano a combattere con l’Isis) invitava Moutaharrik, arrestato prima che partisse anche lui assieme alla moglie e ai due figli, a compiere un attentato a Roma. Molto eloquente la conversazione tra i terroristi. «Fratello mio – diceva – lì in quella Italia, quella è la capitale dei crociati, fratello mio è quella, è lì dove vanno a fare il pellegrinaggio, è da lì da dove prendono la forza e da lì vanno a conquistare i popoli, e da lì combattono l’islam, fino ad ora non è stata fatta nessuna operazione, sai che se fai un attentato è una cosa grande, Dio è grande, preghiamo Dio, fratello mio».

Nel mirino anche il Vaticano

«Sì fratello, se Dio vuole – rispondeva Moutaharrik in un altro messaggio vocale – ci sarà solo del bene, se Dio vuole che loro pensano di essere in pace, invece giuro non sono in pace, anche se noi viviamo in mezzo a loro e giochiamo il nostro gioco come se fossimo come loro, però giuro che noi non siamo come loro». E ancora: «Giuro se potessimo trovare il modo, abbatteremo tutto questo paese e non sappiamo che questi infedeli per questa Italia, per questo Vaticano, per questi presidenti, questi presidenti infedeli e loro che danno forza a tutto questo che sta succedendo ai paesi arabi e nei paesi islamici, però con la volontà di Dio, con la volontà di Dio, la maggior parte dei ragazzi qui hanno iniziato a muoversi, hanno iniziato». Poi la richiesta da Moutaharrik di mettere prima in salvo la famiglia nei territori del Califfato e poi passare all’azione: «Però fratello è l’unica richiesta che ti chiedo, è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del califfato dell’islam, il paese dove c’è la legge islamica, questa è l’unica richiesta che voglio».

 

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