Merci contraffatte, la Cina è vicina: l’Italia è la più colpita d’Europa
Il valore di merci contraffatte e prodotti pirata importati in tutto il mondo è stato pari a 461 miliardi di dollari nel 2013. Corrisponde al 2% delle importazioni globali, e fino al 5% delle merci importate nell’Unione europea. Emerge da un rapporto dell’Ocse e dall’ufficio Ue per la proprietà intellettuale. Nell’arco del 2011-2013 a subire maggiormente la violazione di marchi o brevetti – secondo i dati dei sequestri doganali in tutto il mondo – sono state le aziende degli Stati Uniti ( 20%), seguite da Italia (15%), Francia e Svizzera (12%), Giappone e Germania (8%). La maggior parte delle merci contraffatte importate provengono aree a medio reddito o Paesi emergenti, con la Cina il primo produttore. Il rapporto analizza quasi mezzo milione di sequestri doganali di tutto il mondo nel corso del 2011-2013, sono dati più aggiornati disponibili, ed ampliano il precedente rapporto Ocse del 2008. I prodotti contraffatti sono di ogni genere, dalle borse e profumi ai componenti di macchine ed ai prodotti chimici. Le calzature sono il tipo di prodotto più contraffatto anche se, emerge dal rapporto, ci sono casi di marchi violati anche, per esempio, su fragole e banane.
L’Italia continua a commerciare tranquillamente con la Cina
Non mancano prodotti che mettono in pericolo la vita, come «parti di auto non sicure, prodotti farmaceutici dannosi per la salute, giocattoli pericolosi per i bambini, strumenti di diagnostica medica che forniscono false letture». Il rapporto prende in esame tutte le merci contraffatte e i prodotti pirata “fisici”, che violano marchi, diritti di design o brevetti e prodotti pirata tangibili, che la violazione di copyright. È esclusa la pirateria online, «che rappresenta un ulteriore salasso per l’economia regolare». I pacchi postali sono il primo metodo di spedizione delle merci contraffatte (62% dei sequestri nel corso 2011-2013): dato che «riflette la crescente importanza del commercio on-line nel commercio internazionale». Il traffico di merci «passa attraverso percorsi complessi attraverso i principali hub commerciali, come Hong Kong e Singapore, e zone di libero scambio, come quelle negli Emirati Arabi Uniti. Altri punti di transito comprendono Paesi con un governo debole ed una criminalità organizzata diffusa, come l’Afghanistan e la Siria». Il rapporto mostra «che le rotte commerciali dei prodotti contraffatti cambiano notevolmente di anno in anno” andando di volta in volta a “individuare nuovi punti deboli».