Facebook, Zuckerberg allarmato: gli iscritti parlano poco del loro privato
Il tempo che gli utenti trascorrono su Facebook è sempre parecchio, ma il social non viene più usato per raccontare il “privato”: no, ciascuno si fa la sua rassegna stampa personalizzata diffondendo link, video e articoli di giornale da segnalare ai contatti. Mark Zuckerberg vede in questa tendenza un pericolo e si starebbe attrezzando per arginarla: lo raccontano a Bloomberg fonti interne all’azienda, che avrebbe battezzato questa situazione ‘context collapse’. Gli 1,6 miliardi di profili che risultano iscritti al social network evitando la pubblicazione di foto e post privati rendono più difficile la creazione di un’offerta pubblicitaria su misura, ovvero la principale fonte di guadagno della società. Il problema era stato sollevato da Zuckerberg meno di un anno fa durante una riunione con i massimi dirigenti della compagnia. Già allora il calo dei cosiddetti ‘contenuti originali’ era a due cifre. Oggi il calo è pari al 21%. Continuando a spulciare i dati diffusi da ‘The Information’, risulta che in una settimana in media il 57% degli iscritti pubblica almeno uno stato. Di questo 57%, però, solo il 39% pubblica ‘contenuti originali’. La ragione sta nel fatto che, se cresce il numero dei contatti, cresce anche l’esigenza di tutelar la propria privacy. Facebook infatti non è più percepito come un luogo sicuro sul quale condividere informazioni sulla propria vita e questo atteggiamento riguarda principalmente gli under 30.