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Casaleggio, l’ascetico guru che con il rancore via web incoronò Grillo leader

Home livello 2 - di Niccolo Silvestri - 12 Aprile 2016 - AGGIORNATO 11 Settembre 2018 alle 12:25

Può apparire davvero singolare che a ricordare la figura di Gianroberto Casaleggio sia soprattutto il mondo della politica. UGià, perché era un mondo che egli aveva imparato a conoscere ma rispetto al quale era ed è rimasto estraneo. L’Avatar pensoso e ascetico dell’irruente Beppe Grillo è stato infatti a lungo un uomo d’impresa prima di immergersi nelle limacciose e insidiose acque della politica. Sebbene i due aspetti – professionale e pubblico – siano destinati a intrecciarsi fino a confondersi completamente. Casaleggio, infatti, comincia a muovere i primi passi professionale come progettista di software presso l’Olivetti guidata all’epoca da Roberto Colaninno per poi arrivare, dopo una serie tormentata di vicissitudini personali, a ricoprire il ruolo di amministratore delegato della Webegg spa, un gruppo che si occupa di consulenza alle aziende e alla pubblica amministrazione in rete. Vi resta fino al 2003.

2006: candidato nel suo comune, Casaleggio prese 6 voti

L’appuntamento con la politica arriva solo l’anno dopo e non è dei più promettenti. Casaleggio è candidato alla carica di consigliere comunale di Settimo Vittone, il paese della provincia di Torino in cui risiede. Raccoglie appena sei voti e la sua lista risulta la terza su tre. Ma il 2004 è soprattutto l’anno in cui l’oscuro progettista di software di base fonda la Casaleggio Associati, destinato a diventare nel giro di poco tempo il carburante sul web del grillismo politico. È questo il periodo in cui divide il suo impegno di informatico prestato alla politica tra il nascente movimento di Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, di cui sarà consigliere a titolo gratuito quando l’ex-simbolo di Mani Pulite diventerà ministro delle Infrastrutture nel secondo governo Prodi.

Ora tutto il MoVimento è in mano al comico

L’anno della svolta, quello che sancirà la scelta dell’impegno politico totale, è il 2008. È l’anno in cui viene divulgato Gaia, un filmato promozionale che anticipa i tratti salienti e distintivi di quello che diventerà il movimento dei Cinquestelle, a partire dall’utilizzo del web come continuazione della politica con altri mezzi. Collegare il rancore e l’indignazione anti-casta alla rete diventerà il lievito che prima assicurerà la riuscita del V(affa…)-Day del 2007 e poi garantirà la crescita del MoVimento fino a farne una delle tre forze politiche più votate dai cittadini. Il resto è storia recente, con i grillini alle prese con le conseguenze di una crescita tumultuosa e con un serio problema d’identità innescato proprio dalla crescente consapevolezza che l’assemblearismo via web non può sostituire la partecipazione popolare e il consenso democratico. Le espulsioni, le defezioni, le spaccature in seno ai Cinquestelle stanno lì a dimostrarlo. A gestirne ora le conseguenze sarà il comico Grillo, orbo ormai del  guru Casaleggio. Ne sarà capace?

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12 Aprile 2016 - AGGIORNATO 11 Settembre 2018 alle 12:25