Le toghe svoltano a destra. Lo schiaffo di Davigo a Magistratura democratica

10 Mar 2016 17:52 - di Redazione

Conversione a destra dei magistrati? A leggere l’esito delle votazione per il rinnovo dell’Anm, il sindacato delle toghe (anche i dati non sono definitivi) emerge un nuovo profilo della magistratura italiana e una nuova mappa degli equilibri delle “toghe in camp”o. Vincitore delle urne, con un grande successo personale, è l’ex magistrato di Mani Pulite,  Piercamillo Davigo,  ora giudice di Cassazione, che risulta il più votato con 1002 preferenze e che, con la sua nuova creatura Autonomia indipendente, ha dato un bello schiaffo alla tradizionale egemonia di Magistraura democratica.

Davigo è il più votato

Ottima la performance di Ai, la corrente fondata da Davigo, nata da una scissione di Magistratura indipendente, la corrente di centrodestra dell’Anm, che ha rosicchiato molti consensi ad Area, il cartello di sinistra rappresentato da Magistratura democratica e Movimento per la giustizia che perde quasi 500 voti rispetto al 2012 e che resta secondo dopo Unità per la Costituzione.  Autonomia indipendente, che ha ottenuto 1.220 voti, ha sottratto consensi anche a Magistratura indipendente (che si ferma a 1.534; ne aveva 2000 nel 2012).

Un successo crescente

Nelle prossime ore, completato lo spoglio definitivo, si conosceranno i nomi dei 36 magistrati del nuovo “parlamentino” dell’Anm, che il prossimo 19 marzo eleggerà la giunta esecutiva. Tra gli eletti ci sono, fra l’altro, Eugenio Albamonte, Antonio Sangermano, Luca Poniz e Luigi Orsi, Corrado Cartoni, Alessandro Pepe, Francesco Minisci. Con ogni probabilità sarà proprio Davigo a guidare l’Anm scegliendo “alleati” e politiche. Il successo del dottor Sottile era nell’aria, non solo per la grande popolarità di cui gode dopo la vittoria al referendum “imposto” dalla componente di Davigo  sui carichi esigibili (gli standard massimi di lavoro dei giudici), ma soprattutto per aver saputo dare  voce al crescente malumore dei magistrati che, da quando Renzi è al governo, si sentono tartassati di lavoro, vilipesi, oltraggiati per la riduzione delle ferie (e le motivazioni sottostanti), nel mirino con la nuova legge sulla responsabilità civile, ossessionati dalla produttività.

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