Terremoto in casa grillina. La candidata di Milano a un passo dal ritiro

12 Mar 2016 14:01 - di Redazione

Non  ha retto al fuoco amico e lascia la partita. La candidata grillina a sindaco di Milano, Patrizia Bedori, è un passo dal ritiro dalla corsa alla successione di Pisapia. Dopo settimane di calvario ha detto di voler  «mettere a disposizione la sua candidatura» e si è presa qualche giorno per la decisione finale ma. Che la consigliera comunale non godesse di grande popolarità tra i grillini non è una novità.

A Milano scappa la candidata

Il ripensamento della Bedori è avvenuto al termine di una riunione molto animata con una quarantina di attivisti milanesi che fin dall’inizio non hanno gradito l’esito delle comunarie grilline a Milano Si consuma così l’ennesimo psicodramma in casa grillina dove si fatica a tirare fuori nomi degni delle grandi sfide elettorali nelle metropoli,  come dimostra il caso di Milano Quella della Bedori, 52 anni, disoccupata e diplomata in comunicazioni visive, è stata una candidatura nata sotto una cattiva stella dopo le primarie flop che si sono svolte a novembre senza riuscire a superare i 300 votanti (assenti tra l’altro Casaleggio e il figlio Davide). La donna-outsider che ha battuto i due favoriti Livio Lo Verso e Gianluca Corrado, ha subito destato malumori nella base grillina e convinto poco i big. Un mese fa Gianroberto Casaleggio, deus ex machina del movimento, aveva incontrato la Bedori per esprimerle i suoi dubbi e invitarla a una riflessione sul proseguire o meno la campagna elettorale.

Psicodramma grillino

A pochi mesi dal voto i grillini rischiamo di ritrovarsi senza candidato a Milano. A questo punto i aprirebbero due strade: una che porta alla candidatura di Gianluca Corrado, giunto terzo alle comunarie, dal momento che il secondo classificato ha lasciato il movimento, l’altra che prevede na nuova selezione, questa volta sul blog allargando la scelta a nuovi profili di aspiranti sindaci. Una soluzione più estrema, quella delle consultazioni sul web, ma che potrebbe aiutare a spegnere le interminabili frizioni e i veti incrociati nel movimento grillino.

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