Sgarbi in campo a Cosenza. Nel simbolo della lista c’è una capra

25 Mar 2016 17:46 - di Redazione

È ufficiale. Vittorio Sgarbi presenterà una propria lista, che guiderà lui stesso, alle prossime comunali di Cosenza, a sostegno dell’ex sindaco, il forzista Mario Occhiuto. Lo ha annunciato lo stesso Occhiuto sulla sua pagina Facebook in cui compare il simbolo della lista del critico d’arte al centro del quale spicca, neanche a dirlo, una capra, il celebre tormentone con cui Sgarbi si rivolge agli interlocutori.

Sgarbi si presenta con la capra

Occhiuto racconta di essersi incontrato con Sgarbi proprio per definire il simbolo e le modalità organizzative della nuova avventura: «Sarà una novità assoluta per il suo “Partito della Rivoluzione” che parte da Cosenza come esperimento nazionale, in occasione delle prossime elezioni amministrative, con una autonoma lista “Sgarbi, laboratorio della bellezza” guidata da lui stesso come capolista. D’altra parte – dichiara l’ex sindaco – Vittorio già dagli anni ’80 ha promosso e stimolato, con dichiarazioni, presenze a manifestazioni e riconoscimenti a varie attività, una presa di coscienza del valore europeo del nostro centro storico». Per Sgarbi è già prenotata una poltrona di assessore. «Sono sicuro – ha detto Occhiuto entusiasta dell’arruolamento di un pezzo da novanta come Sgarbi – che la vicinanza e il coinvolgimento diretto di Vittorio Sgarbi anche nella futura azione amministrativa porterà enormi benefici alla città, soprattutto nella sua parte antica. L’auspicio è adesso quello che, anche in questa sfida elettorale, possa emergere un senso diretto di protagonismo e partecipazione da parte di chi identifica nell’arte, nella bellezza e nella conoscenza il futuro di Cosenza». Nel nome della bellezza il candidato sindaco di Cosenza punta tutto sul tandem con Sgarbi: sono convinto infatti che tanti estimatori dell’arte decideranno di dare una mano a questo processo «candidandosi a mio sostegno nella lista di Sgarbi per fare di questa occasione non solo una battaglia elettorale ma, soprattutto, un momento “rivoluzionario”per l’affermazione del concetto di rinascita culturale della città».

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