Giachetti minacciato dalla bomba “Bray”: la vuole sganciare D’Alema

8 Mar 2016 13:41 - di Redazione

Un ex ministro di peso, come Massimo Bray, in corsa per una candidatura al Campidoglio per conto di Sel, della minoranza Pd e di D’Alema e Bersani? No, non è fantapolitica, anzi: la candidatura di Stefano Fassina non convince anche l’ala non renziana del Pd, che valuta l’ipotesi di sostenere un candidato pesante come Bray, ex ministro della Cultura, che già spaventa il Nazareno. «Bray è stato un ministro del nostro governo, è un uomo del Pd che ha scelto di uscire dal Parlamento per dedicarsi a un prestigioso incarico culturale. Io non credo possibile che si candidi a Roma. È sempre stato leale con il suo partito e non vedo come potrebbe fare scelte diverse», dice  il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato. «Io avevo auspicato che Bray partecipasse alle primarie, la sua risposta è stata che non voleva fare una candidatura divisiva. Ora non capisco come farebbe a non essere divisiva», se la cava il candidato del centrosinistra al Campidoglio Roberto Giachetti, che prosegue: «C’è una tentazione costante dentro la sinistra di far perdere il centrosinistra. Ma a questo punto, un’altra candidatura (nell’area del centrosinistra, ndr) non ha alcuna speranza, voglio dirlo molto chiaramente: ha solo la possibilità di decidere che al ballottaggio ci vanno M5S e centrodestra. Non fanno un danno a me ma a Roma».

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