Renzi prende un altro schiaffo. Il Consiglio di Stato: niente tasse sui disabili
Bocciata la decisione di Renzi di tassare gli assegni per il sostegno ai disabili. Il Consiglio di Stato ha confermato la bocciatura del Tar dando ragione alle famiglie e costringendo il ministro Poletti a «prendere atto» dello scivolone del governo (che equipara le indennità per i disabili a una fonte di un reddito).
Rampelli: hanno vinto le famiglie con disabili
«La sentenza del Consiglio di Stato ripristina la legalità contro gli abusi del governo Renzi – dichiara soddisfatto Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia – una sberla in faccia a chi pretendeva di fare cassa risparmiando sulle famiglie con disabili e malati gravi. Una vittoria per l’equità sociale e per le fasce più deboli. Rivendichiamo il primato di questa battaglia di civiltà che abbiamo svolto alla Camera dei deputati». Ora Renzi chieda scusa alle famiglie e rispetti alla lettera questa sentenza, ha dichiarato Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia con un emendamento a doppia firma Meloni-Rampelli alla legge di stabilità (bocciato in Aula “grazie” al no del Pd) si è battuto fin da subito per eliminare dal computo dei redditi (per la determinazione dell’indicatore della situazione economica equivalente, Isee) le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento. In Parlamento la sinistra, invece, ha fatto quadrato intorno a Renzi impedendo in Parlamento la correzione a una legge di stabilità a tutela delle famiglie con disabili. «Una legge – è la critica di FdI – che distribuisce mancette a tutti, ma non ha pietà per i più deboli».
La sentenza del Consiglio di Stato
La sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine allo scandalo: l’indennità di accompagnamento non può essere conteggiata come reddito. Al Consiglio di Stato si era appellato il governo, facendo ricorso contro la sentenza del Tar sulla materia. «Il Collegio – si legge nella sentenza – deve confermare l’affermazione degli appellanti incidentali quando dicono che ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito, – come se fosse un lavoro o un patrimonio, e i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni non un sostegno al disabile, ma una “remunerazione” del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione».