“Qui lei non può benedire”: un parroco messo alla porta da un professore

4 Mar 2016 13:37 - di Antonella Ambrosioni

Siamo all’assurdo. Si avvicina la Pasqua e il fronte laicista di insegnanti e presidi si prepara alla barricata contro le benedizioni in classe. In un Paese dove si introducono nelle scuole libri gender senza avvertire nessuno e informare i genitori, per una semplice benedizione in classe si chiamano in causa i regolamenti per mettere alla porta un parroco di Londa. Il quale aveva già benedetto il plesso del piccolo paese in provincia di Firenze gli anni scorsi. E anche quest’anno si era recato nella aule per celebrare il rito. Solo che, dopo aver benedetto l’asilo e la scuola elementare, una volta salito al piano superiore, dove sono le aule delle medie, un insegnante di italiano lo ha bloccato, intimandogli: qui lei non può benedire, il regolamento scolastico non l’autorizza. Il diktat del docente, ennesima offesa alla sensibilità cristiana e cattolica di tanti ragazzi e di molte famiglie, è un’altra delegittimazione delle nostre tradizioni.

 L’assurdo: una benedizione a metà

Un altro caso di benedizione “a metà” si era verificato qualche giorno or sono a San Miniato. Il protagonista di questa nuova vicenda, don Felix Bolog, ha raccontato così l’increscioso episodio innescato dall’alzata di ingegno di un ultrà laicista che molto democraticamente si è arrogato il diritto di decidere per tutti. «L’insegnante – ha spiegato – mi ha accompagnato in ufficio e mi ha detto che il regolamento scolastico non autorizzava la benedizione. Una cosa priva di senso, visto che avevo appena finito di benedire il piano di sotto. Mi ha detto che se avessi voluto avrei potuto incontrare gli alunni e salutarli, ma non benedire. Ho risposto che i ragazzi potevo salutarli in paese». Il giorno prima il parroco aveva chiamato la scuola per chiedere il permesso per la benedizione e in segreteria, ha raccontato, gli avevano detto di sì. «Come istituzione scolastica – ha replicato il preside, Filippo Gerlormino – fare un incontro con chi è presente sul territorio e quindi anche con il parroco va bene, ma arrivare nelle aule a fare un rito che è confessionale ci è sembrato inopportuno, senza prima averne discusso per capire se questo potesse creare disappunto tra chi frequenta la scuola. E’ una cosa che va preparata». Il preside è al suo primo anno del suo mandato in quella scuola e molto “pilatescaente” se ne è lavato le mani invocando regolamenti he danno ragione a tutti e a nessuno. Una benedizione non ha ma fatto male a nessuno. Don Felix è amareggiato: «Gli anni scorsi ho sempre fatto la benedizione. Anche i genitori sono arrabbiati, ci tengono tanto».

Polemica tra le famiglie

Alcuni dei genitori infatti – leggiamo sui resoconti locali – hanno minimizzato l’accaduto, altri invece si sono risentiti e sono intenzionati a  chiedere spiegazioni agli insegnanti. «Non ci va bene», dice una mamma. «Non vogliamo discriminare nessuno, ma siamo cattolici, ci teniamo alla benedizione e anche i bambini». «Non siamo stati neanche avvistai, siamo rimasti allibiti». Il sindaco Aleandro Murras è disponibile a «mediare» tra parrocchia e scuola. Tra l’altro a Londa  non c’è una guerra di religioni, sostengono gli abitanti: «abbiamo il 15% di cittadini stranieri, alcuni alunni hanno chiesto l’esonero dall’insegnamento della religione cattolica, ma i ragazzi giocano assieme. Il nostro è un piccolo paese, siamo una famiglia», dicono molti rappresentanti delle famiglie.

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