Luxuria conosceva Marco Prato: “Mai mi sarei aspettata che fosse un mostro”
“Marc Prato, uno degli assassini di Luca lo conoscevo, eravamo amici su Facebook. Sono agghiacciata da quanto sentito, non avrei mai immaginato il mostro che covava in quel ragazzo”: a parlare è Vladimir Luxuria intervenuta a Tagadà su La7 sul delitto di Luca Varani, ragazzo ucciso a Roma durante un coca party. Blitz quotidiano ha rilanciato le dichiarazioni dell’ex Deputato di Rifondazione Comunista. Prato era un pr molto conosciuto nella movida gay romana, e lavorava anche al Muccassassina, noto ritrovo nella Capitale di cui Luxuria è stata una dei fondatori.
Luxuria è stata anche intervistata da Giuseppe Fantasia su Huffington Post: “Viva la regola del the show must go on, ma in questo caso si è esagerato”, ha precisato Vladimir Luxuria, raggiunta a telefono dall’HuffPost. “Non conoscevo personalmente nessuno dei due ragazzi coinvolti, né la vittima, ma non ritengo giusto declinare questo omicidio dal punto di vista dell’orientamento sessuale”, ha aggiunto Luxuri, attivista gay , una che quel mondo lo conosce davvero molto bene. “Ogni giorno in Italia, purtroppo, accadono delitti e altri crimini: qui si tratta di follia vera legata all’uso spropositato di sostanze stupefacenti. Ci sono i gay ‘normali’ e gli etero ‘normali’ che hanno relazioni normali; poi ci sono i gay e gli etero ‘folli’ che compiono atti del genere”. “Ci sono sempre più persone, amici o conoscenti uniti dagli stessi gusti sessuali e dal consumo di droga, che organizzano feste private a casa e poi mandano gli inviti sui social”, ha continuato Luxuria, “è una maniera, la loro, per sentirsi al sicuro, per non essere controllati, e spesso esagerano, ma qui si è davvero oltrepassato il limite. Bisogna mettere in guardia tutte queste persone sui pericoli veri ed effettivi che tale uso comporta”.
Sul fatto, poi, che la vittima fosse un ‘omofobo’, come alcune persone hanno detto, anche in questo caso Luxuria ha la sua opinione: “Spesso, la storia e i fatti lo dimostrano, i più grandi omofobi sono dei gay repressi, quindi indagherei anche su questo altro aspetto. La vittima era poco più che ventenne e aveva la fidanzata, ma cosa ci stava a fare di venerdì sera in un appartamento della periferia romana con due ragazzi dichiaratamente omosessuali e amanti dello sballo in tutti i sensi, invece di stare con lei? La risposta è decisamente ovvia”. L’intera faccenda si infittisce ogni minuto di più, staremo a vedere cosa scopriranno gli inquirenti.