L’omicidio stradale è legge: carcere fino a diciotto anni
Arriva la legge sull’omicidio stradale. Il testo è stato approvato in via definitiva dal Senato, dove il governo ha posto la fiducia incassando 149 voti favorevoli, tre no e quindici astensioni (tra cui il gruppo di Ala). Una scelta, quella di blindare l’esame in aula del provvedimento criticata da gran parte delle opposizioni. Ma non è solo il metodo a non convincere. C’è chi come Carlo Giovanardi ha parlato di norme «folli che favoriscono drogati, ubriachi, pirati della strada» e chi più in generale come i grillini, che non hanno partecipato al voto, ha rintracciato «forti criticità». Viva soddisfazione per la legge «che rivoluziona totalmente il peso delle responsabilità a carico di quanti uccidono sulla strada dopo aver commesso alcune violazioni gravi, prime fra tutte gli abusi di alcol e droga», è stata espressa dalle associazioni Lorenzo Guarnieri, Asaps e Gabriele Borgogni, da anni impegnate nella battaglia per l’istituzione del reato di omicidio stradale.
Omicidio stradale: ecco le misure
Con le nuove misure dunque l’omicidio stradale diventa un reato a sé, graduato su tre varianti. In particolare, resta la pena già prevista (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi. Con le nuove regole chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischierà da 8 a 12 anni di carcere. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio). La pena può però aumentare della metà se a morire è più di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere .