Frontiere, la Serbia: basta immigrati. La Macedonia li rispedisce in Grecia
Anche la Serbia dà la sveglia all’Europa e procede verso la chiusura delle frontiere per bloccare ai confini l’ondata di immigrati lungo la rotta balcanica, seguendo l’esempio di Slovenia, Croazia e Macedonia. «In assenza di una politica comune europea sui modi di trattare e risolvere la crisi dei migranti la Serbia si comporterà allo stesso modo di Germania, Austria e dei paesi vicini che fanno parte della Unione europea». L’ultimatum è arrivato dal ministro dell’Interno di Belgrado, Nebojsa Stefanovic, pronto a seguire il rigore tedesco.
L’ultimatum della Serbia
«La Serbia si aspetta che l’Europa arrivi a una posizione comune sulla crisi dei profughi, ma se ciò non avverrà noi seguiremo Germania e Austria: se loro dicono che non accoglieranno altri profughi, lo stesso farà la Serbia», ha detto Stefanovic alla tv pubblica Rts. Se gli migranti non possono continuare il loro viaggio, la Serbia è decisa ad arroccarsi entro i suoi confitni, «noi non possiamo accoglierne né 20 né 50 né 1000». Da qualche giorno Slovenia, Croazia, Macedonia e Serbia hanno cominciato ad applicare le restrizioni alla frontiera che comporta la chiusura effettiva della rotta dei Balcani per i rifugiati.
La Macedonia respinge gli immigrati in Grecia
La polizia e l’esercito macedoni hanno cominciato a rimandare in Grecia le centinaia, forse migliaia di migranti e profughi entrati lunedì in territorio macedone attraversando il fiume Suva Reka. Con i migranti erano entrati illegalmente in Macedonia una trentina di giornalisti stranieri, che sono stati anch’essi espulsi verso la Grecia e multati ciascuno per 250 euro. Il ministro degli Esteri macedone Nikola Poposki ha duramente criticato l’ingresso illegale dei migranti, ribadendo che solo una risposta unitaria da parte della Ue può risolvere la crisi ed evitare il proliferare del traffico di migranti clandestini