Delitto Varani, a sorpresa la tv diventa cattivista. Era ora…
Un delitto efferato, crudele e sotto l’effetto della droga, maturato all’interno di un festino gay. L’indignazione è profonda, l’effetto sull’opinione pubblica è duraturo. I due aguzzini di Luca Varani, gli assassini Manuel Foffo e Marco Prato, non possono usufruire – per fortuna- di alcuna giustificazione sociologica. Dinanzi all’atrocità della loro azione anche il buonismo dilagante conosce una battuta d’arresto e a nulla è servito dare la parola ai padri disperati e assai distratti dei due colpevoli. E non tutti i media, rispetto al caso Varani, seguono la “linea” del sensazionalismo morboso. In totale controtendenza rispetto al pietismo dominante in genere in questi casi nel salotto di Lilli Gruber su La7, sabato sera, si sono ascoltati giudizi netti, senza alcuna indulgenza verso il perdonismo di moda. Lo scrittore Antonio Scurati se la prende con una visione del mondo dove tutto deve tendere al godimento e dove il male viene rimosso. Siamo dinanzi a un “delitto del benessere”, dove non c’è altro movente che il piacere di fare il male (di qui l’affinità con il massacro del Circeo). La malvagità esiste, allora. Un’ovvietà certo, ma che da tempo non si ascoltava più. La sociologa Franca Beccaria sulla presunta incapacità di intendere e di volere dei due assassini di Luca Varani dice che secondo lei la responsabilità individuale non può essere soppressa con la scusa dell’assunzione di droghe, l’abuso delle quali è un atto razionale. Infine lo psicologo Paolo Crepet afferma che la società deve tornare ad essere capace di condannare. Il servizio di Paolo Pagliaro, infine, informa su ciò che tutti sanno ma che nessuno dice per non essere accusato di retrogrado proibizionismo. Le droghe fanno male, e c’è un nesso evidente tra consumo di droghe pesanti e malattie mentali e tra assunzione di stupefacenti e violenze commesse. Lo conferma uno studio della Asl di Monza: oltre il 20% di coloro che commettono atti violenti è alcolista o tossicodipendente o entrambe le cose. Benvenuto buonsenso.