Bufera sul Vaticano: monsignor Balda è di nuovo in cella per Vatileaks

12 Mar 2016 16:14 - di Redazione

Il principale imputato del processo Vatileaks, lo spagnolo monsignor Lucio Vallejo Balda, è stato nuovamente rinchiuso in cella in Vaticano, nella caserma della Gendarmeria. Lo apprende l’Ansa. Il provvedimento è stato deciso nei giorni scorsi dalla magistratura d’Oltretevere dopo che Vallejo, che da dicembre era agli arresti domiciliari nel Collegio dei Penitenzieri dopo la precedente detenzione in cella durata due mesi, si sarebbe reso responsabile di tentativi di inquinamento delle prove, violando il divieto di comunicare con l’esterno. Da parte sua Francesca Immacolata Chaouqui, ex consulente vaticana, in queste ore nel tribunale vaticano in veste di imputata per prendere parte all’udienza tecnica sulle perizie informatiche in vista della ripresa del processo sulla sottrazione e diffusione di documenti vaticani, ha scritto una lettera a papa Francesco in cui chiede di essere svincolata dal “segreto pontificio” per poter esercitare in pieno il suo diritto alla difesa. Nel corso dell’udienza a porte chiuse di sabato mattina, è stato il suo avvocato Laura Sgrò a chiedere di dare lettura della lettera. La richiesta è stata comunque respinta dalla corte con a capo il presidente del tribunale, Giuseppe Dalla Torre, rimandando la lettura del documento all’udienza di lunedì dal momento che quella di sabato aveva il solo compito di decidere sull’acquisizione del materiale scrutinato dalle perizie informatiche relativo alle conversazioni whatsapp e sms tra i due imputati Chaouqui e il prelato spagnolo Vallejo Balda. Chaouqui è entrata e uscita dal Vaticano senza rilasciare dichiarazioni. Per sicurezza, visto il suo stato di gravidanza, fuori del tribunale, nel corso dell’udienza, ha sostato un’autoambulanza dei servizi sanitari vaticani. Già in una delle precedenti udienze, nelle fasi preliminari del processo, Chaouqui aveva chiesto di prendere la parola in aula ma anche allora il tribunale aveva detto no rimandando l’eventuale intervento alle successive fasi dibattimentali.

Vatileaks, all’udienza soddisfatto il giornalista Fittipaldi

Complessivamente, è durata circa un’ora nel tribunale vaticano l’udienza tecnica per stabilire quali materiali scrutinati dalle perizie informatiche acquisire agli atti del processo che vede come imputati di due ex componenti della commissione Cosea per la revisione delle finanze, la pr italo marocchina Francesca Immacolata Chaouqui, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, il suo assistente Luca Maio, e i due giornalisti Gianluigi Muzzi e Emiliano Fittipaldi. Con l’udienza di sabato mattina il processo è ripreso dopo tre mesi di stop dovuti proprio all’espletamento delle perizie. «Tutto rinviato a lunedì quando cominceranno gli interrogatori», si è limitato a commentare all’uscita dal Vaticano l’autore di Via Crucis, Gianluigi Muzzi. «In questi tre mesi – ha voluto invece sottolineare l’altro giornalista imputato, l’autore di Avarizia, Emiliano Fittipaldi – sono successe cose importanti: nel mio libro scrivevo che Bertone aveva ricevuto 200 mila euro dal Bambin Gesù per la ristrutturazione del suo appartamento e ora ne ha restituiti 150 mila; scrivevo che Pell aveva seri problemi per presunte coperture di preti pedofili e ora in effetti ha chiesto scusa per non aver fatto abbastanza; infine, scrivevo degli elevati e ingiustificati costi per le beatificazioni e proprio due giorni fa il Papa ha messo un documento con cui revisiona le norme per impedire spese pazze per le cause».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *