Bruxelles, errori in serie: la polizia aveva l’indirizzo di Salah da 3 mesi
È la saga degli errori: tre giorni dopo la strage di Bruxelles emergono buchi nel circuito investigativo. E c’è chi si chiede: “La strage poteva essere evitata?”. Un poliziotto di Mechelen (nord) aveva l’indirizzo di Salah Abdeslam, uno dei responsabili degli attentati di Parigi, dal 7 dicembre scorso ma non lo ha segnalato a Bruxelles per tre mesi. La notizia arriva dal quotidiano belga DH nella sua edizione online. L’ufficiale di polizia aveva ottenuto le informazioni a Mechelen e aveva inserito l’indirizzo in un rapporto confidenziale destinato alla cellula antiterrorismo della polizia giudiziaria federale di Bruxelles: rue des Quatre Vents numero 79, a Molenbeek, dove Abdeslam é stato trovato venerdì scorso. Tuttavia, il rapporto non é stato trasmesso alla capitale ed é rimasto sotto chiave per tre mesi presso la polizia di Mechelen.
Strage di Bruxelles: i fratelli kamikaze avevano lavorato in aeroporto
Le notizie si accavallano. Secondo il tabloid britannico Daily Mail i fratelli kamikaze Khalid e Ibrahim El Bakraoui avevano lavorato come addetti alle pulizie nell’aeroporto di Bruxelles che hanno preso di mira martedì scorso. I due, quindi, conoscevano bene l’aeroporto e dovrebbero essere stati sottoposti ai controlli di sicurezza, scrive il giornale nella sua edizione online. «Hanno lavorato come addetti alle pulizie all’aeroporto e in un ristorante – ha detto lo zio che è statao intervistato dal giornale – Alla fine non hanno finito il liceo. Hanno lavorato all’aeroporto nei mesi estivi». Il procuratore belga ha detto che la polizia sta indagando su questo aspetto.
Bruxelles come Parigi
Dalle indagini in corso sulla strage emerge che i terroristi dell’Isis stavano preparando un attacco multiplo a Bruxelles in stile Parigi. Una parte della cellula jihadista – quella di cui avrebbe dovuto far parte clamorosamente anche Salah Abdeslam – doveva sparare alla gente con i kalashnikov per le strade della città, mentre l’altra si doveva far saltare in aria all’aeroporto e al metrò, come poi è effettivamente avvenuto. Questa l’ultima ipotesi è ritenuta dai media assai plausibile. Il blitz di giovedì nel centro della capitale e nei dintorni ha portato al fermo di sei persone che la procura ha legato all’inchiesta sulle stragi. Del gruppo di fuoco di Adbeslam, secondo la ricostruzione, facevano parte anche Mohamed Belkaid e Amine Choukri. Ma prima la sparatoria avvenuta nel covo di Forest – e nel corso della quale la polizia ha ucciso Belkaid – e poi l’arresto di Salah hanno impedito che il piano venisse attuato nella sua interezza. Lasciando al gruppo dei kamikaze partito dal covo di Schaerbeek il compito di portare a termine la loro missione di morte. L’inchiesta comunque procede senza sosta e riserva ogni giorno novità, alimentando anche le polemiche sull’efficienza dei servizi d’informazione e della polizia belga. Nonostante ciò, il centro di crisi ha deciso di far scendere da 4 a 3 il livello di allerta, il che significa che la minaccia di attacchi terroristici non è più “imminente” anche se resta “grave”.