Bologna, compagni scatenati: per Salvini vogliono un altro piazzale Loreto

1 Mar 2016 15:32 - di Antonio Pannullo

Ennesimo, gravissimo gesto di intolleranza da parte dei soliti noti dell’estrema sinistra: a Bologna un fantoccio a testa in giù dal ponte ferroviario di via Matteotti con una maglia verde e la faccia di Matteo Salvini è stato appeso attivisti del collettivo bolognese Hobo, che già altre volte avevano contestato il leader della Lega Nord nelle sue visite in città. Il blitz è documentato da foto diffuse dallo stesso gruppo antagonista, dove si vedono tre persone sul ponte, con il volto oscurato; in uno striscione, la scritta “Benvenuti a Bologna, Salvini penzoloso”. La contestazione al segretario della Lega Nord è stata fatta da parte di decine di esponenti del collettivo Social Log e di inquilini di uno stabile occupato da anni in via De Maria a Bologna, nei pressi della stazione. All’arrivo del leader del Carroccio gli attivisti, bloccati dalle forze dell’ordine, hanno intonato slogan contro la sua presenza in città. Salvini, dal canto suo, li ha guardati sorridendo e ha mandato un bacio ironico. Parlando con i giornalisti di fronte all’uscita della nuova stazione di Bologna Salvini ha detto che «siamo qui per svegliare tutti: il comune, il tribunale. Non è normale una situazione di illegalità nel cuore di Bologna» come quella dello stabile occupato. Accompagnato dal canidato sindaco della Lega Nord di Bologna, Lucia Borgonzoni, Salvini si è intrattenuto con il proprietario e un figlio della palazzina occupata. Mentre veniva contestato dai manifestanti che, bloccati da un cordone di forze dell’ordine in assetto antisommossa, hanno intonato slogan come “Siete voi gli stranieri”, “Giù le mani dalle occupazioni”, “Lega ladrona, Bologna non perdona”, Salvini ha poi aggiunto che «non è normale avere delle illegalità di questo genere nel cuore di una città come Bologna, non è normale che il proprietario di casa sua, se entra in casa sua, finisce all’ospedale. Se difendere il diritto alla proprietà privata è provocare – ha aggiunto riferendosi ai manifestanti che gli davano del provocatore – vuol dire che c’è qualcosa che non gira».

Salvini: Bologna è come l’Unione Sovietica

Ad ogni modo, ha aggiunto ancora il leader del Carroccio, «i proprietari dello stabile li capisco, poveretti: è una situazione folle, il palazzo è occupato da anni e ci pagano le tasse. Il tribunale no si muove – ha sottolineato – il comune non si muove. Non ci sono situazioni di sicurezza, dentro ci sono trenta bombole del gas: se succede qualcosa, Dio non voglia – ha concluso Salvini – è un disastro». E ha aggiunto: «Sono venuto a Bologna per portare un po’ di sicurezza, rispetto, educazione e lavoro, perché qua c’è una casta rossa, mi sembra sia rimasta l’unica in Italia da scardinare. Qua siamo veramente nell’ex Unione Sovietica. È brutto – ha detto – essere accompagnato a Bologna da decine di forze dell’ordine che potrebbero e vorrebbero fare altro. Qui c’è un’impunità che passa dal tribunale, università. Comune e strade e spero che i bolognesi per bene, che sono la stragrande maggioranza, tirino su la testa», ha aggiunto, alludendo all’assoluzione degli antagonisti protagonisti dell’aggressione alla sua auto un anno fa. Proseguendo nel discorso, Salvini ha detto che «sull’immigrazione il governo è di fronte a una colpa storica che pagheranno i nostri figli perché siamo davanti ad un’invasione organizzata e di massa e ci stiamo portando delle bombe in casa. Qui non si tratta – ha aggiunto – di accogliere chi scappa dalla guerra, ci stiamo portando delle bombe umane in casa, poi Renzi andrà a spiegarlo ai suoi figli perché per raccogliere quattro voti gli ha danneggiato e rubato il futuro». E riferendosi al caso Panebianco, il leader della Lega ha detto che «se c’è gente che decide chi può fare lezione o non può fare lezione in università vuol dire che a Bologna c’è qualcosa che non funziona».

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