Truffa in un centro profughi, 12 arresti. L’industria dell’accoglienza cresce
Un’altro caso di truffa a dimostrazione di quanto renda l’industria dei migranti. La Guardia di Finanza di Udine ha notificato a 21 persone e quattro soggetti giuridici la notifica di conclusione delle indagini preliminari per associazione per delinquere, reati fiscali, peculato, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento, condotta dalla Procura della Repubblica di Gorizia nei confronti di una Onlus che avrebbe gestito in maniera fraudolenta un centro di accoglienza per immigrati, in convenzione con la Prefettura isontina. Le indagini delle Fiamme gialle hanno accertato l’emissione da parte della Onlus di fatture “gonfiate” per i servizi svolti, e intascando senza fornirli ai migranti, beni come carte telefoniche, “pocket money” e acqua.
Alcuni episodi precedenti, rivelati da inchieste televisive, hanno già portato al rinvio a giudizio a Gorizia di 11 persone (dirigenti e dipendenti della onlus e pubblici funzionari) per truffa ai danni dello Stato, per rimborsi ottenuti dalla Prefettura di Gorizia per 2.300.000 euro. Ulteriori accertamenti hanno portato alla luce altre frodi, tra i quali la fornitura di 375 materassi, pagati dalla Prefettura come ignifughi ma che in realtà non avevano mai avuto tale certificazione. Il responsabile locale della Onlus e altri tre dipendenti si erano appropriati di 88.000 euro inviati dall’estero dai familiari agli ospiti della struttura, e mai consegnati. L’ente avrebbe quindi acquistato oltre 31 mila bottiglie di acqua, destinata agli ospiti, da una società di Pordenone, ma le avrebbe invece formalmente cedute a una società slovena inesistente, che poi la “rivendeva” alla stessa Onlus, facendo così di evadere l’Iva. Infine, vengono accusati di favoreggiamento e falso nei confronti degli avvocati di alcuni imputati, già sotto processo a Gorizia, per aver esibito alcune fatture false che attestavano l’acquisto di schede telefoniche prepagate.