«Porti jella»: dodicenne perseguitata per mesi da centinaia di bulli
Perseguitata per nove mesi da centinaia di studenti: ha sopportato davvero tanto una dodicenne sarda messa alla berlina con invettite pesanti, insulti e maldicenze di ogni genere, rivolte al suo indirizzo da ragazzi coetanei o giù di lì – anche quindicenni – provenienti dalle quattro scuole medie della città. Uno stillicidio quotidiano che nel corso del tempo si è trasformato in un vero e proprio supplizio psicologico che, in casi analoghi di bullismo ha motivato anche reazioni drammatiche; una strada che, per fortuna,la ragazzina in questione ha scelto di non imboccare.
Nuoro, dodicenne perseguitata da centinaia di bulli
Sono stati mesi di silenzi, di lacrime, di rabbia e di frustrazione, quelli vissuti dalla dodicenne sarda, studentessa di uan scuola media di Nuoro che dopo angherie e insulti di ogni tipo – quello che ricorreva più frequentemente era «Porti jella» – ha avuto la forza di reagire: si è aperta con i genitori, che hanno immediatamente consegnato la lista dei bulli con nomi e cognomi sia alla Questura di Nuoro che ai dirigenti degli istituti cittadini frequentati dai ragazzi. Il caso della svenutrata dodicenne contro cui si sono accaniti senza motivo e con cattiveria inaudita centinaia di studenti è iniziato a metà dello scorso anno scolastico, innescato da alcune compagne di scuola della prima media – forse ingelosite per la bellezza della ragazza che ha un fisico da modella – che hanno cominciato col definirla «una poco di buono». Nei mesi successivi poi l’aggressività verbale scatenata contro la ragazzina è cresciuta d’intensità, tanto quanto quanto sono aumentati i bulli pronti a denigrarla: a quel punto si è scatenato un tam-tam impietoso contro la vittima. Lei incassava ogni giorno ingiurie e gesti scaramantici: in tanti quando passava si toccavano i genitali per sottolineare l’assurda accusa di essere una “iettatrice”. La ragazza ha cercato di resistere quanto più ha potuto, poi è crollata confessando quell’inferno ai genitori, i quali non ci hanno pensato su due volte a reagire consegnando in Questura la lista con nomi e cognomi dei bulli che hanno sistematicamente perseguitato la figlia.
Bullismo, responsabilità e strategie
La notizia, anticipata dal quotidiano La Nuova Nuova Sardegna che in anonimato ha intervistato i genitori della ragazzina, è stata confermata dal questore aggiunto del capoluogo barbaricino, Fabrizio Mustaro, coordinatore dell’Osservatorio territoriale anti-bullismo.«Fatti come questo – ha spiegato – dimostrano come sia necessaria una concreta attività di prevenzione e come siano indispensabili progetti anti-bullismo nelle scuole. L’attività di prevenzione passa anche attraverso un maggiore impegno degli adulti e dei genitori in particolare, che hanno il dovere di controllare i propri figli e non di difenderli a ogni costo. Il loro compito – ha sottolineato Mustaro – deve essere quello di curare l’intelligenza emotiva e l’empatia dei propri figli, perché solo così li si può rendere responsabili delle proprie azioni e consapevoli della sofferenza delle vittime di prepotenze». La Polizia di Stato ha messo a disposizione un numero gratuito, il 43002, al quale vittime e testimoni di prepotenze possono inviare un sms per chiedere aiuto.