Mazzette e corruzione: “Roma ladrona” ci costa 1,3 miliardi
La Capitale corrotta vale 1,3 miliardi di euro. Persi in mazzette, tangenti e «regalini» vari. Una somma gigantesca, che supera di quasi due volte il debito pubblico del Comune di Roma e permetterebbe alla cittadinanza di non pagare più l’addizionale Irpef. La cifra è stata messa insieme dalla Uil di Roma e Lazio, che ha svolto uno studio piuttosto accurato in collaborazione con Eures, incrociando i dati Istat e quelli fomiti dalla Corte dei Conti, rivela “il Tempo”.
La corruzione è una vera e propria tassa sui servizi pubblici dello Stato.
Il valore delle mazzette si stima rappresenti 40% di ogni appalto, una stima che, se rapportata ai soli appalti emessi dal Comune di Roma e dai suoi 15 municipi, genererebbe un sovrapprezzo pari, appunto, a 1,3 miliardi. Si tratta di un valore sostanzialmente coerente con quello delle stime prodotte dalla Commissione europea (che attesta all’1% del Pil il costo della corruzione).
La cifra di 1,3 miliardi vale solamente per i rapporti con la PA.
Ma il conto viene oltre che decuplicato se andiamo a parlare del cosiddetto «sommerso»: lavoro nero, evasione fiscale, economia illegale (prostituzione, droga e contrabbando), la cifra sale vertiginosamente fino a quota 17,7 miliardi per il territorio di Roma e provincia. Con questo introito, applicando la pressione fiscale media (pari al 43,3 per cento) al valore aggiunto prodotto dall’economia sommersa si produrrebbe un gettito di 7,7 miliardi di euro (attualmente evasi), determinando un risparmio medio prò capite pari a 1.765 euro.
Corruzione: peggio del Lazio solo la Campania
I dati del Ministero dell’Interno sulla diffusione dei reati contro la pubblica amministrazione e in particolare di quelli ascrivibili a corruzione e concussione parlano chiaro e collocano il Lazio al terzo posto in Italia (dopo Campania e Sicilia) per numero di reati scoperti (405 in totale nel 2014, di cui il 65,4 per cento, ovvero 265, nella sola provincia di Roma). Ancora peggiore il posizionamento del Lazio per i reati di corruzione (61 scoperti nel 2014, che collocano la nostra regione al secondo posto, dopo la Campania, a fronte di una media nazionale di 19 reati l’anno) e per quelli di concussione (18 denunce nel 2014, contro una media di 5,6).