Marchini primo al sondaggio leghista per Roma. Seconda la Pivetti

29 Feb 2016 19:39 - di Carlo Marini

L’ufficio stampa della Lega ha diffuso i risultati del sondaggio “Per Roma ora parli tu”, le cosiddette primarie per il sindaco di Roma del centrodestra, organizzate nel fine settimana. Alfio Marchini 4534, Irene Pivetti 3495, Francesco Storace 3069, Guido Bertolaso 2203, Giorgia Meloni 955, Souad Sbai 508, altri 501, nulle 173 totale schede scrutinate 15438. «L’unica cosa certa è che la Lega si è incartata, si è “legata” appunto. Noi a Roma ci siamo sempre, non solo nei week end di gazebo. Li ospiteremo in città al loro ritorno, nella prossima uscita. Intanto avremmo qualcosa di più importante da fare: battere comitati d’affari e sinistra». È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli, che ha preso le distanze dal sondaggio leghista.

«Il sondaggio della Lega? Come i pacchi di Insinna»

 

Risultati accolti con perplessità da molti esponenti politici. «È ufficiale: i gazebo di Salvini erano una boiata pazzesca. #pivettiseconda #oggilecomiche». Lo scrive su Twitter Gianluca Peciola, esponente di Sinistra e libertà. «Perché Peciola parla di comiche? La consultazione promossa da Salvini a Roma ha avuto il merito di chiamare al voto tanti cittadini e se la Pivetti è arrivata seconda vuol dire che si è saputa organizzare meglio. Esattamente come accade alle elezioni vere». Lo scrive in una nota Francesco Storace, candidato sindaco di Roma de La Destra. “La realtà è che alla sinistra darebbero proprio fastidio primarie a destra con regole condivise. A differenza loro ci esprimeremmo con lealtà verso il vincitore. E fa un favore a questa sinistra arrogante chi le nega al nostro popolo», ha concluso. Non meno tenero con Salvini l’ex compagno di partito, Flavio Tosi: «Le “primarie” indette da Salvini sono una farsa – attacca il sindaco di Verona – i candidati inseriti nella scheda contro la propria volontà e che per questo annunciano querele, numero di votanti ballerino (prima 10 mila, poi 12 mila, e infine, pare, 15 mila) e non verificabile, exit poll caserecci e classifiche provvisorie che assomigliano ad “Affari tuoi”, con Salvini che apre i pacchi al posto di Flavio Insinna». A giudizio di Tosi, sostenere che «per scegliere il candidato a Roma c’è tempo fino a fine marzo significa condannare l’intera coalizione a una rovinosa sconfitta».

 

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