Mafia, il padre dell’agente Agostino riconosce in aula “Faccia da Mostro”
«È lui, è quello che mi sta guardando». Sconvolto, Vincenzo Agostino, padre di Nino, l’agente di polizia ucciso a Palermo insieme alla moglie nell’agosto del 1989, ha riconosciuto, durante un confronto all’americana, nello 007 Giovanni Aiello, soprannominato Faccia da Mostro, l’uomo che un mese prima del delitto del figlio vide vicino casa. Il riconoscimento si è svolto nel’aula bunker dell’Ucciardone, davanti al gip Maria Pino, nel corso di un incidente probatorio.
Faccia da Mostro e l’indagine per omicidio
Aiello è indagato per l’omicidio, ancora irrisolto insieme ai boss Gaetano Scotto e Salvino Madonia. Per i capi mafia la procura aveva chiesto l’archiviazione, ma il giudice ha respinto l’istanza ordinando nuove indagini tra le quali il confronto fra il padre della vittima e Aiello. L’ex agente di polizia, che gravitava nei Servizi, è stato indagato successivamente e ora i due fascicoli sono stati riuniti. Secondo il pentito Vito Lo Forte, Aiello, che deve il soprannome a una profonda cicatrice al volto causata dall’esplosione di un’arma da fuoco, avrebbe portato via in auto dal luogo del delitto i due boss dopo l’omicidio. Scotto e Madonia si erano recati nella villetta di Agostino in moto.