La Regione manda in rovina il Castello svevo di Augusta: Crocetta indagato

16 Feb 2016 11:35 - di Anna Clemente
crocetta castello svevo augusta

Hanno lasciato che il Castello svevo di Augusta andasse in rovina, con un danno enorme per il patrimonio artistico e un grave rischio per l’incolumità pubblica. Per questo motivo la procura di Siracusa ha indagato il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e i dirigenti regionali Gaetano Pennino, Rino Gigliola, Sergio Gelardi e Gesualdo Campo. Indagato anche l’ex governatore Raffaele Lombardo, perché «l’inerzia è durata nel tempo». Le accuse a vario titolo sono omissione di atti d’ufficio, danneggiamento del patrimonio archeologico, storico e artistico e di omissione di lavori in edifici che minacciano rovina.

La denuncia di Italia Nostra

L’inchiesta sul degrado cui è stato abbandonato il Castello, posto sotto sequestro dai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale e affidato alla Soprintendenza, scaturisce da una denuncia dell’associazione Italia Nostra. Sono stati poi gli agenti dell’Arma a verificare l’effettiva consistenza delle accuse sull’incuria che aveva portato a gravi danni strutturali al monumento. Secondo gli inquirenti, infatti, lo stato in cui versa il Castello sarebbe dovuto «esclusivamente alla mancata manutenzione e all’abbandono del monumento da parte della Regione Siciliana». Una tesi confermata anche dagli specialisti della Sovrintendenza, per i quali le lesioni «sono dovute all’omissione dei lavori necessari che costituiscono la causa del deterioramento».

Crocetta venuto meno ai suoi doveri

Dunque, una storia di “ordinaria” cattiva amministrazione che, però, rischia di far perdere alla Sicilia e all’Italia intera un sito di straordinari pregio e bellezza. «La funzione di vigilanza e tutela di un bene immobile di notevole importanza monumentale – ha scritto l’autorità giudiziaria – non afferisce al profilo di discrezionalità del proprietario, ma piuttosto a ben specifici obblighi giuridici di agire, che si traggono agevolmente dalla disciplina penale, da quella civile e, infine, da quella amministrativa che affida compiti e poteri alla pubblica amministrazione in virtù del fondamentale principio di rango costituzionale di tutela del patrimonio storico e artistico del paesaggio della Nazione».

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *