Juventus-Napoli, si dimette la professoressa che incitava all’odio

13 Feb 2016 14:29 - di Alberto Fraglia

Juventus-Napoli non è una partita qualsiasi. E’ qualcosa di più di una partita di cartello. Evoca antiche sfide, immagini, insegne, colori, campioni, dribbling rocamboleschi, passioni viscerali e sentimenti che, forse, non hanno eguali tra il popolo dei tifosi, gli appassionati di calcio. Duelli che si ripetono nel tempo, quasi sempre con gli stessi ritmi, medesime ironie, inaffondabili ambizioni. Questa volta, la sfida di Torino ha qualcosa di più, ha il sapore del derby decisivo (poi, magari, non sarà proprio così), tra  due squadre che occupano meritatamte il vertice della classifica e che hanno inanellato un numero impressionante di successi consecutivi. La Juve viene da 13 vittorie, il Napoli da otto. E a Torino le due squadre si giocano un bel pezzo del campionato. Un duello strabiliante, certamente. Ma pur sempre un duello sportivo. Da riempire una serata alla tv privandosi, almeno per 90 minuto di Sanremo e Carlo Conti. Un duello pur sempre sportivo. Dove dentro, in mezzo, ci sono gli inevitabili sfottò, le prese in giro, i rumori di fondo di un tifo che, per essere bello e sopportabile, dovrebbe essere sempre controllato, anche se colorito. Invece…. avvengono cose inaudite. Parole messe in rete che sfuggono al controllo, che sono disgustose, insopportabili, miserrime e incivili. E’ accaduto che una professoressa di Napoli, dottoranda in Germanistica e docente supplente all’istituto comprensivo di Barano d’Ischia, abbia postato su Facebook una frase orribile del tenore: “Non vogliono farci andare allo Juventus Stadium (ndr. per la cronaca, l’inibizione segue quella comminata ai tifosi juventini all’andata al San Paolo per analoghi motivi di ordine pubblico) perché si cacano sotto. E fanno bene, perché se ci girano le palle qua succede la seconda edizione dell’Heysel (per la cronaca io dico di quella gente non ho pena perché penso che se la siano andata a cercare)”. Da non crederci. Una professoressa che usa un linguaggio volgarissimo evocando la tragedia in Belgio durante la finale di Coppa dei Campioni il 29 maggio 1985, nella quale persero la vita 39 tifosi juventini, tra cui un ragazzino di 11 anni. Indecente. Ora, dopo le polemiche e la reazione dell’Associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel, la professoressa tifosa del Napoli, Fabiana Paciello, si è dimessa. Non insegnerà più, a quanto pare. D’altro canto che cosa avrebbe potuto insegnare ai ragazzi una docente siffatta, seminatrice di odio, per di più nel nome dello sport? Vicenda da archiviare, la sua. Nell’album degli orrori.

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