Istat, i tatuaggi entrano nel paniere. E resta l’allarme inflazione

3 Feb 2016 16:02 - di Viola Longo
istat tatuaggi

Via le cuccette e i vagoni letto, dentro i tatuaggi e i pantaloni corti da uomo. L’Istat cambia il paniere per l’inflazione, e suscita più di una perplessità tra associazioni di consumatori e di categoria. Variazioni «incomprensibili», commenta il Condacons, mentre Federconsumatori e Adusbef fanno sapere di ritenere inadeguato l’aggiornamento.

Così cambia il paniere Istat

Fra le novità inserite dall’Istat nel paniere, oltre al tatuaggio e ai pantaloncini, si registrano le bevande vegetali, i leggings da bambina, la lampadina led, i panni cattura-polvere, i servizi integrati Tv, internet e voce e gli alloggi universitari. La rilevazione si arricchisce inoltre dei prezzi delle auto usate e del trapano elettrico. Quanto all’inflazione, l’Istituto rileva un «lieve rialzo» a gennaio 2016: lo 0,3% in accelerazione rispetto allo 0,1% di dicembre. L’indice nazionale dei prezzi al consumo, poi, diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre aumenta dello 0,4% nei confronti di gennaio 2015.

Le critiche delle associazioni di consumatori

«Va bene inserire nel paniere i tatuaggi, le lampadine al led e i servizi integrati di telecomunicazione, perché negli ultimi anni sono entrati prepotentemente nella vita degli italiani. Il vero problema dell’inflazione tuttavia è rappresentato dai pesi che l’Istat attribuisce alle singole voci», ha commentato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, aggiungendo che «un tasso di inflazione così basso non aiuta l’economia nazionale e non rappresenta un vantaggio per nessuno». Per il Codacons, quindi, «la strada per tornare a un tasso accettabile e in linea con la media europea è puntare sui consumi da parte delle famiglie, che vanno incentivati e sostenuti attraverso misure specifiche e non certo provvedimenti spot come il bonus da 80 euro in busta paga». Anche per Federconsumatori e Adusbef, poi, l’aggiornamento del paniere è inadeguato, perché i pesi assegnati alle singole voci non sono realistici, «come ad esempio quella importantissima relativa all’Rc auto».

Categorie preoccupate per l’inflazione bassa

Si concentrano sui dati dell’inflazione anche Federdistribuzione e Confesercenti, sottolineando le difficoltà del mercato interno. «Il quadro è quello di un Paese con i prezzi fermi e una domanda interna ancora molto debole e incerta sul suo sviluppo», ha sottolineato il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, aggiungendo che «sarebbe importante attivare ogni iniziativa per far sì che le famiglie trasformino in consumi, attraverso scelte sempre attente e oculate, almeno parte dei risparmi che stanno aumentando». È stata poi Confesercenti a puntare l’indice contro il fatto che «il mercato interno è ancora in difficoltà».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *