Grillo sveglia Alfano, che ora fa la voce grossa: “Adozioni, il Pd dica no”

7 Feb 2016 18:02 - di Mariano Folgori

Lo spariglio di Beppe Grillo ha rimesso in discussione il ddl Cirinnà ha agitato le acque della politica in questo fine settimana, rompendo quell’ “asse” tra Pd e M5S che sembrava solido fino a qualche giorno fa. Il primo effetto è stato quello di “risvegliare” Angelino Alfano, che ha colto l’occasione per uscire dall’angolo in cui si è ritrovato negli ultimi tempi. Così Alfano tenta di fare la voce grossa e di intimare una sorta di marcia indietro a Renzi.  “Sono contrario al metodo della minaccia, sia per stile sia per tattica: dico solo al Pd di fare una scelta di buon senso. Togliete le adozioni e il similmatrimonio e prendetevi le unioni civili”. Alfano lo dice a L’intervista di Maria Latella su skytg24. Secondo Alfano, dopo la scelta di Grillo, Renzi “non ha più il paracadute dei voti di Grillo e quindi c’è il rischio o la possibilità o la fortuna, direbbero alcuni che questa legge salti”.

Il Pd al momento ostenta tranquillità. “Nessun rischio per il governo dal voto sulle unioni civili”. Lo afferma al Gr2 Rai il capogruppo del partito democratico al Senato Luigi Zanda dopo la svolta di Grillo. “Il Partito Democratico – afferma Zanda – ha un patto di legislatura con il Nuovo Centrodestra che dura fino al 2018. Votiamo insieme la fiducia al Governo e le leggi. Non mi sembra drammatico avere con Ncd un’opinione diversa su ogni singolo articolo”.

Sul fronte M5S, si assiste invece a una sorta di psicodramma. Uno dei primi a prendere l’iniziativa è il “cattogrillino” Sergio Puglia che ha annunciato il suo voto contrario, in Senato, alle adozioni gay.  “Sì, sì: è tutto vero. Giovedì all’assemblea dei senatori Cinque Stelle ho fatto presente la mia posizione, il fatto che avrei votato no alla stepchild adoption, anche a costo di venire espulso”. Questo l’annuncio del parlamentare M5S in un intervista al Corriere della Sera.

All’intervento di Puglia reagisce subito la componente del M5S favorevole al ddl Cirinnà e alle unioni gay. Sarebbero 28 i voti dei senatori M5S “censiti” finora da un gruppo di militanti del Movimento che si presentano su Facebook come “Amici 5 Stelle diritti civili e Lgbt”. Chissà come andrà finire. Certo è che il ddl Cirinnà sta producendo scompiglio nel mondo del centrosinistra. E dei suoi aggregati.

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