Foreign Fighters, 93 sono italiani: rischio rientro dalla rotta balcanica

21 Feb 2016 20:21 - di Paolo Lami

Quella dei foreign fighters italiani è una statistica in continuo aggiornamento da parte di forze di polizia e intelligence.
L’ultima stima parla di 93 soggetti, di cui almeno dieci hanno passaporto italiano o sono naturalizzati.
La grande maggioranza è costituita da stranieri che sono partiti dall’Italia – oppure hanno in qualche modo avuto a che fare con il Paese – per raggiungere i teatri di guerra.
Lo Stato islamico esercita una forte attrattiva nei confronti dei giovani radicalizzati pronti a morire per la causa del Califfato: si stimano che siano in 30mila a combattere in Siria ed Iraq provenienti da altri Paesi. E non si tratta solo di soggetti disadattati ed emarginati sociali, ma anche di persone ben integrate nel tessuto occidentale, come dimostra il caso dell’inglese Jihadi John.
In Italia il fenomeno è numericamente marginale rispetto ad altri Paesi, se si pensa che sono tra cinquemila e settemila i combattenti europei. Ma l’attenzione degli apparati di sicurezza nazionali è altissima sui nomi della lista. Specie nella prospettiva di una diaspora, cioè del rientro dai teatri di guerra iracheni, siriani, libici, dopo un addestramento militare ed un’ulteriore radicalizzazione.
La rotta che desta maggiore preoccupazione è quella balcanica, mentre finora non ci sono evidenze di rientri via mare mimetizzati tra i migranti. Nell’elenco dei foreign fighters “italiani” una quindicina sono i morti. Tra di loro Giuliano “Ibrahim” Delnevo, genovese convertitosi all’Islam, morto in Siria dalle parti di Aleppo nel giugno del 2013 a 23 anni. Alcuni sono stati arrestati. L’ultimo caso, un mese fa, ha riguardato un marocchino di 25 anni, Hamil Mehdi, da anni residente a Luzzi, nel cosentino.
Il giovane, secondo gli investigatori, aveva una naturale propensione a “sposare la causa dell’Isis” ed era pronto ad offrire la “propria vita per la jihad“.
Per questo motivo studiava i filmati sull’addestramento dei terroristi. Altri sono latitanti, come Maria Giulia ‘Fatima’ Sergio, originaria di Torre del Greco (Napoli) che si troverebbe in Siria a combattere nelle fila dell’Isis insieme al marito albanese.

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