Caprotti avrebbe diffamato le Coop: il patron di Esselunga alla sbarra
Perciò Caprotti, il novantenne patron di Esselunga, avrebbe diffamato le Coop. Magari sarà vero, ma già a leggere la notizia suona singolare. Se solo si pensa a quel che l’imprenditore dell’agroalimentare ha dovuto passare per cercare solo di fare il suo lavoro nelle regioni rosse. Posti dove le Coop hanno avuto per anni il monopolio dei Supermercati. Vera e propria Odissea in un mare di politica, di burocrazia e di perfidia che ha preso la forma del racconto col fortunato pamphlet firmato da Caprotti stesso: “Falce e Carrello“. Osso duro Bernardo Caprotti, classe 1925, per i compagni lo è sempre stato. Nemico giurato, perchè capace con le sue idee innovative e con le sue strategie aziendali di metterne in seria discussione il primato dei supermarket rossi. Epperò adesso arriva per lui una possibile stangata giudiziaria. Sotto forma di iniziativa della procura milanese. Il pm di Milano Gaetano Ruta ha infatti chiesto una condanna ad un anno e sei mesi per il patron di Esselunga, accusato di essere stato il “finanziatore” di una “campagna diffamatoria” contro la concorrente Coop Lombardia. E la stessa richiesta di condanna è stata formulata, nel processo con rito abbreviato davanti al gup Chiara Valori, anche per il direttore di Libero Maurizio Belpietro e per il giornalista Gianluigi Nuzzi, anche loro coinvolti in un’inchiesta con al centro l’acquisizione di un cd-rom contenente telefonate illecitamente registrate sulla linea del direttore della Coop di Vigevano (Pavia). Caprotti, Nuzzi e Belpietro sono accusati di ricettazione aggravata per l’acquisizione del cd-rom. Il patron di Esselunga risponde, inoltre, di diffamazione. Mentre Nuzzi e Belpietro sono imputati anche per calunnia. Il processo è stato aggiornato al 15 marzo, quando potrebbe arrivare la sentenza.