Campidoglio, Bertolaso rinuncia: macché paura, ho un parente malato

7 Feb 2016 18:43 - di Roberto Frulli

«Basta illazioni e falsità: rinuncio alla candidatura perché ho un serio problema di famiglia che mi terrà lontano da Roma per i prossimi mesi». Guido Bertolaso mette fine così alle voci circolate in queste ore dopo la decisione di ritirarsi dalla corsa di candidato a sindaco di Roma. Una decisione inaspettata che aveva scatenato una ridda di illazioni costringendo quindi l’ex-capo della Protezione Civile a chiarire il motivo della decisione spiegando di cambiato idea in seguito al ricovero in ospedale di un familiare molto stretto. Tutto è accaduto giovedì scorso: un’ora prima di partecipare alla trasmissione “Virus”, spiega l’ex-capo della Protezione Civile, da Londra, dove vive parte della sua famiglia, lo hanno informato che uno strettissimo familiare era stato ricoverato in ospedale per una malattia gravissima e rara.

Bertolaso, scelta di “cuore”: non abbandono la famiglia

«Ho terminato la trasmissione – aggiunge – e sono immediatamente venuto qui. Ora, grazie a Dio, è fuori pericolo, ma si prevede una lunga degenza e un lungo periodo di osservazione e analisi». Dunque nessuno spazio per la candidatura. «Hanno scritto che ho paura, che avrei dovuto giustificare i miei processi, ma figuratevi se ho paura – dice Bertolaso -. Però non posso abbandonare la mia famiglia e così, per correttezza, ho detto al Cavaliere che avevo questi problemi e dunque non me la sentivo di immaginare programmi e altre cose». Una rinuncia che però pesa. «L’idea mi intrigava – ammette – pensavo di poter essere utile a questa città. Ma ora non voglio abbandonare la famiglia». Il colpo di scena sulle elezioni per il Campidoglio era arrivato ieri in tarda serata. Era stato lo stesso Bertolaso ad annunciarlo, con una lettera spedita a Silvio Berlusconi. L’ex-capo della Protezione civile, che pure si era detto disponibile a candidarsi a sindaco di Roma per il centrodestra, aveva parlato, inizialmente, solo «di motivi personali» ringraziando comunque per «la generosa proposta». La rinuncia di Bertolaso rimescola dunque le carte e sembra ridare forza alla candidatura di Alfio Marchini, sceso, ad ogni modo, in campo con una propria lista civica. L’imprenditore, che già nel 2013 aveva corso per conquistare Palazzo Senatorio, oggi si ripropone ma come «federatore» del centrodestra. Quel che è certo è che, nel tempo, ha cambiato obiettivo e strategia: ora il suo modello di riferimento è l’esperienza di «Ciudadanos», in Spagna.

Marchini: «Sono a destra di Storace e a sinistra del Pd…».

«Nel senso – spiega a “Il Corriere della Sera” – che bisogna essere liberali in economia ma attenti a chi ha più bisogno». Ma il secondo concetto è molto netto: «Magari sono un visionario come Silvio Berlusconi ma se il centrodestra va unito alle comunali di Roma può anche vincere al primo turno». Che si passi per le primarie o meno è diventato un dettaglio: «Le puoi chiamare — dice l’imprenditore — “Pippo, Pluto o Paperino”, si possono fare all’americana o all’amatriciana… Ma bisogna mettere insieme identità diverse intorno a un programma». Vincere, ma con chi? «Il Pd è sempre autoassolutorio. I Cinque Stelle sono convinti della loro presunta superiorità. E poi c’è una prateria, un campo non omogeneo fatto da persone come me. Storace, Meloni sicuramente con storie diverse».

Più Forza Italia di Berlusconi e la Lega di Salvini, col quale Marchini avrebbe già stretto dei patti

Proprio quei partiti che «Arfio», come lo chiamano a Roma, aveva allontanato quasi con disprezzo all’inizio della sua campagna. Posizione che aveva fatto imbufalire gran parte degli esponenti del centrodestra. Tutti tranne Andrea Augello, senatore ex Ned, primo sponsor di Marchini. Ma l’imprenditore riuscirà a passare come candidato unico? Storace è contrario («è un ingegnere rosso»), Meloni non ha gradito i colloqui tra l’imprenditore e Salvini e sta di nuovo valutando se scendere in campo. Forza Italia è spaccata: un pezzo (vedi Gasparri) con Marchini, un altro teme la rottura con Fdl che si ripercuoterebbe su tutta Italia. Ma Marchini va avanti: se gli va male, il prossimo obiettivo è lanciarsi sul nazionale. Che pensi di essere lui il nuovo Cavaliere? Per ora, di berlusconiano, ci sono gli auguri «in diretta» alla mamma che compie gli anni. È un inizio.

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