Il sindaco di Quarto: “Fico sapeva tutto”. E lo fa mettere a verbale

18 Gen 2016 10:49 - di Redazione

Roberto Fico, uno dei membri del direttorio del M5S, fu informato da Rosa Capuozzo il 24 novembre scorso sull’interrogatorio relativo alle presunte minacce del consigliere comunale Giovanni De Robbio. Tale dichiarazione è contenuta nel verbale dell’interrogatorio, in qualità di teste, reso dal sindaco, il 12 gennaio scorso, al pm Woodcock. Si complica l’affaire Quarto per i Cinquestelle ma soprattutto scricchiola sempre di più la tesi difensiva del direttorio, che si è finora trincerato dietro la scusa che nulla sapevano dei ricatti rivolti al sindaco Capuozzo. Anche il vicesindaco di Quarto, Andrea Perotti, ha in parte confermato che Fico e Di Maio sapevano, raccontando di un incontro tra Rosa Capuozzo e Fico in cui si è era parlato della questione. “De Robbio è stato di un’aggressività disarmante”. Questo il messaggio inviato via whatsapp dal sindaco Capuozzo al suo vice Perotti il 17 novembre 2015 all’indomani della visita che il consigliere comunale Giovanni De Robbio, autore del presunto ricatto nei suoi confronti, le fece in casa mostrandole la foto aerea che documentava i presunti abusi edilizi eseguiti nella abitazione del primo cittadino.
L’ipotesi che Fico e Di Maio fossero a conoscenza della situazione nel comune campano basta al Partito Democratico per chiedere a gran voce un chiarimento: “Per molto meno l’M5s ha somministrato condanne esemplari”, ricorda ad esempio il senatore Dem Andrea Marcucci. Ancora più duro il presidente del Pd Matteo Orfini che affida il suo ragionamento ad un lungo post su facebook: “Qualunque forza governi o amministri è esposta al rischio di infiltrazioni criminali. Nessuno è immune dal rischio. Ma chi ha la natura del Movimento 5 stelle rischia ancora di più. E la cronaca lo dimostra: governano una manciata di comuni e non ce ne è uno dove non ci sia un problema, tra espulsioni, opacità amministrativa, caos politico, infiltrazioni. E’ la storia di un fallimento drammatico. E’ il prezzo – scrive Orfini – che si paga a non avere una classe dirigente adeguata e all’assenza di una struttura democratica”. E se il Pd fa la voce grossa, a puntare il dito contro i Ciquestelle però sono anche altri partiti come Forza Italia che con Francesco Giro invita i due componenti del Direttorio a dimettersi dal loro incarico: “In questi giorni sia Di Maio che Fico ci hanno spiegato che nel movimento Cinquestelle c’è la regola di fare un passo indietro di fronte al minimo sospetto. Allora dovranno immediatamente dimettersi dai loro incarichi dopo le clamorose dichiarazioni”.

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